Gabriele De Leporini – Back Beyond (Emme Record Label, 2024)
Ci sono dischi che non cercano di impressionare, ma di comunicare. Che non urlano, ma restano addosso. Back Beyond, il primo lavoro firmato dal chitarrista e compositore jazz Gabriele De Leporini, appartiene proprio a questa categoria: un album che nasce da un’urgenza espressiva, da un punto di maturazione raggiunto con consapevolezza, ma anche dalla voglia di lasciarsi alle spalle le certezze per esplorare ciò che ancora non si conosce.
Il trio, completato da Camilla Collet alla batteria e Giacomo Ieraci al basso elettrico, funziona come un organismo vivo. C’è respiro, ascolto reciproco, e quella rara capacità di muoversi insieme anche quando si va in direzioni inattese. Le sette composizioni originali firmate da De Leporini hanno tutte un carattere distinto, ma seguono una traiettoria coerente, che somiglia molto a un viaggio interiore. Ogni brano sembra aprire una finestra su un paesaggio emotivo, attraversato senza paura e senza fretta.
Alcuni passaggi sono introspettivi, sottili, quasi trattenuti – come in Changing, che sembra camminare in punta di piedi, sospeso tra malinconia e quiete, altri sono più vivaci come “Road To Everywhere”, in cui il raffinato lavoro chitarristico si intreccia con una sezione ritmica ispirata e sorprendente, capace di sostenere e rilanciare ogni sfumatura con creatività e inventiva … ottimo anche il solo di basso elettrico che testimonia la qualità tecnica del musicista.
Il piatto forte però arriva alla fine di questo ottimo lavoro con “Jumble Mumble” – oltre dieci minuti che condensano tutta la fantasia compositiva e la complicità strumentale del trio. Una traccia che si sviluppa con naturalezza, alternando momenti riflessivi e slanci energici, e che regala anche un intenso solo di batteria firmato Camilla Collet, da ascoltare con attenzione fino all’ultimo colpo di piatto.
Ho citato solo alcuni brani, quelli che più mi hanno colpito al primo ascolto, ma Back Beyond merita di essere attraversato per intero, senza salti. Ogni traccia nasconde una sfumatura, un’intuizione, un dettaglio che si rivela con l’ascolto attento. Lascio a voi la bellezza della scoperta, quella che solo la musica autentica sa regalare quando riesce a parlare in profondità, senza bisogno di parole.
La scrittura è solida, ma non rigida: lascia spazio all’improvvisazione, senza che questa diventi mai puro esercizio. Ogni intervento ha un senso, un’intenzione, e soprattutto un’emozione dietro. Il suono è contemporaneo, curato, ma mai patinato: si sente che questo è un progetto nato suonando, provando, rischiando.
Registrato al Tube Recording Studio di Fara in Sabina, Back Beyond è un disco che si lascia avvicinare con semplicità, ma che invita a un ascolto profondo. Non pretende di essere decifrato, quanto piuttosto accolto per quello che è: un jazz aperto, capace di intrecciarsi con altri linguaggi e di trasformare la tecnica in strumento espressivo. Un lavoro che racconta qualcosa di intimo e autentico, senza bisogno di spiegarsi troppo.
Con questo album, Gabriele De Leporini non solo si presenta come chitarrista e compositore maturo, ma anche come artista capace di tracciare una strada tutta sua. E se questo è solo il primo passo, vien da chiedersi quali nuovi orizzonti saprà attraversare in futuro.
Back Beyond trova il suo posto qui su Redapolis Music, perché parla con sincerità, con visione, e con quella qualità che cerco ogni volta che metto su un disco: la capacità di restare, anche dopo che l’ultima nota è finita.
Track list:
1 Ep Logo 02:37
2 That Place 05:37
3 Back Beyond 05:18
4 Road to Everywhere 06:13
5 Rachelita 06:17
6 Changing 03:23
7 Jumble Mumble