Brew 4et – Bell Movement (Dodicilune, 2025)
Bell Movement, il secondo album del Brew 4et, pubblicato il 25 febbraio 2025 per Dodicilune, è un'opera che si distingue per la sua coerenza stilistica e la sua capacità di unire tradizione e innovazione.
In questo album, si percepisce un equilibrio perfetto tra la sperimentazione e il rispetto per la tradizione jazz, una continua ricerca di nuove sonorità che non rinunciano mai a una base solida di musicalità. Il viaggio musicale del Brew 4et è quindi quello di una formazione che ha saputo arricchire la propria proposta con la maturità e la consapevolezza di un gruppo che, pur mantenendo una forte identità, non ha paura di esplorare nuove possibilità. Ogni brano di Bell Movement è una testimonianza di questa evoluzione, con una scrittura che non solo rende omaggio alla tradizione del jazz, ma la spinge in direzioni inaspettate e affascinanti.
Il quartetto, attivo dal 2016, composto da Giuseppe Giroffi (sassofoni), Gianluca Manfredonia (vibrafono), Luca Varavallo (contrabbasso) e Alex Perrone (batteria), ha costruito una propria identità sonora, che oscilla tra la scrittura precisa e l'improvvisazione fluida, creando una sinergia tra i musicisti che si percepisce chiaramente in ogni brano.
Nelle note di copertura, Ares Tavolazzi coglie con grande lucidità l’essenza di Bell Movement. Parla della musica come di un dialogo tra i musicisti, dove ogni elemento è in perfetto equilibrio con l’altro. Le dinamiche del disco, per Tavolazzi, sono un perfetto gioco di alternanze tra tensione e distensione. Non c'è spazio per protagonismi individuali, ma solo per una continua ricerca di ascolto reciproco, che permette alla musica di fluire in modo naturale. La sensazione che Tavolazzi trasmette è che ogni brano si costruisca e si evolva come una piccola storia, con l’abilità dei musicisti di mantenere sempre il giusto equilibrio tra le varie sfumature sonore, facendo sì che la musica non solo venga ascoltata, ma vissuta.
Il disco si apre con Bell Movement, che già dal titolo evoca l’immagine di un movimento oscillante, come il suono di una campana. Il brano ha un inizio delicato, come se il tempo stesso fosse instabile, ma cresce man mano che il gruppo si muove in modo fluido e coeso. L’interplay tra sax, vibrafono e ritmica è sorprendente, e la costruzione del brano sembra un respiro continuo, con i vari elementi che si susseguono senza forzature.
Strawberry Tart è un brano dalle strutture più complesse, che parte con una confusione timbrica, quasi un enigma sonoro. Ma poi, inaspettatamente, esplode in una seconda parte melodica, più chiara e strutturata, che regala un senso di soddisfazione. La sezione ritmica, in particolare, si rivela una delle forze motrici di questo brano, con una danza fluida che mantiene una tensione costante, ma mai invadente.
Segue Intro, un passaggio breve ma incantevole, in cui Manfredonia esplora il vibrafono creando un’atmosfera onirica e quasi elettronica, come se provenisse da un altro mondo. Questo interludio prepara splendidamente il terreno per l’ingresso in In My World, brano che si distingue per la sua delicatezza. La melodia sospesa e riflessiva si sviluppa con grazia, creando un momento intimo e introspettivo nell’album. Qui, il vibrafono di Manfredonia e il sax di Giroffi si intrecciano in una danza eterea, che invita alla meditazione. Particolarmente notevole è anche il lavoro al contrabbasso di Varavallo, che aggiunge una profondità timbrica essenziale, dando equilibrio e corpo a questo passaggio delicato e ricco di sfumature.
Croix De Chavaux è un pezzo che evoca un quartiere parigino, e la sua costruzione sonora è un vero e proprio mosaico di contrasti. La sezione ritmica è dinamica e fornisce il terreno perfetto per le improvvisazioni, mentre il vibrafono e il sax si muovono tra echi napoletani e influenze europee, creando una narrazione urbana ricca di spunti.
Arabic Mixture è il brano che affiora con il profumo del Mediterraneo, un incontro di Oriente e Occidente. La ritmica spezzata crea una tensione che si scioglie nell’improvvisazione, trasportando l’ascoltatore in un viaggio sonoro che attraversa culture e territori diversi, un brano che riesce a fondere tradizioni musicali con il linguaggio contemporaneo del jazz.
Il penultimo brano dell’album, Song to Siren, si distingue per il suo impianto ritmico deciso, ma la sua energia non si impone mai sopra la musicalità generale. Ogni sezione sembra essenziale, e la sua semplicità ne amplifica il fascino. È un brano che permette agli strumenti di dialogare tra loro senza frenesia, con una pace che lascia spazio a una riflessione profonda. La melodia, pur semplice, è resa più intensa dalla cura nel suono e nel tempo.
Infine, Uneven Stairs chiude il disco con un ritmo irregolare, che dà l’idea di un equilibrio instabile. Ogni strumento sembra muoversi con cautela, ma tutto trova il suo posto in modo armonioso. Il dialogo tra la ritmica e i solisti è ben calibrato e mai rigido, con cambi continui che tengono alta l’attenzione e rendono il brano sorprendente fino alla fine.
Bell Movement è un album che non teme la complessità, ma la affronta con leggerezza. Ogni brano è costruito con grande attenzione alla dinamica e all’interplay, e il disco nel suo complesso si presenta come una prova matura e consapevole, capace di emozionare e sorprendere.
Questo nuovo lavoro si inserisce con naturalezza nel panorama del jazz contemporaneo, esplorando nuove dimensioni sonore senza mai rinunciare alla coerenza. Il Brew 4et ha raggiunto una maturità musicale che si riflette in ogni brano, dove la sperimentazione si fonde perfettamente con la tradizione. Con questo album, il gruppo conferma la propria identità artistica, riuscendo a combinare complessità e coesione, creando un lavoro che emoziona e invita alla riflessione. Un progetto che si distingue per la sua capacità di rimanere autentico mentre esplora nuove strade sonore, consolidando la band come una delle formazioni più interessanti del jazz italiano contemporaneo.
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| Brew 4et |
Track list:
1) Bell Movement
2) Strawberry Tart
3) Intro
4) In My World
5) Croix De Chavaux
6) Arabic Mixture
7) Song To Siren
8) Uneven Stairs
Composizioni di Gianluca Manfredonia, tranne il brano 2 e 6 di Luca Varavallo, Francesco Girardi; il brano 5 di Giuseppe Giroffi.
English version
Brew 4et – Bell Movement (Dodicilune, 2025)
Bell Movement, the second album by Brew 4et, released on February 25, 2025, by Dodicilune, stands out for its stylistic consistency and its ability to merge tradition with innovation.
In this album, one senses a perfect balance between experimentation and respect for jazz tradition — a constant search for new sounds that never abandons a solid foundation of musicality. Brew 4et’s musical journey is that of an ensemble that has enriched its offering with the maturity and awareness of a group that, while maintaining a strong identity, is unafraid to explore new possibilities. Each track on Bell Movement testifies to this evolution, with writing that not only pays homage to jazz tradition but pushes it in unexpected and fascinating directions.
The quartet, active since 2016, is composed of Giuseppe Giroffi (saxophones), Gianluca Manfredonia (vibraphone), Luca Varavallo (double bass), and Alex Perrone (drums). They have built a distinctive sound that moves between precise composition and fluid improvisation, creating a synergy that’s clearly felt in every piece.
In the liner notes, Ares Tavolazzi keenly captures the essence of Bell Movement. He speaks of the music as a dialogue between musicians, where every element is in perfect balance with the others. The album’s dynamics, in Tavolazzi’s view, are a finely tuned interplay of tension and release. There’s no room for individual showboating — only a constant search for mutual listening, allowing the music to flow naturally. The sense he conveys is that each piece builds and evolves like a small story, with the musicians’ ability to maintain the right balance between sonic shades, letting the music not just be heard, but truly lived.
The album opens with Bell Movement, which, as the title suggests, evokes the image of a swaying motion, like the sound of a bell. The track begins gently, as if time itself were unstable, but grows gradually as the group moves fluidly and cohesively. The interplay between sax, vibraphone, and rhythm section is striking, and the track’s construction feels like a continuous breath, with elements unfolding effortlessly.
Strawberry Tart is a more complex composition, beginning with a timbral confusion, almost a sonic riddle. Then, unexpectedly, it bursts into a more melodic, clearer and more structured second part, delivering a sense of satisfaction. The rhythm section, in particular, proves to be one of the driving forces of the piece, with a fluid dance that maintains a constant tension — never overwhelming, always engaging.
Intro follows — a short but enchanting passage in which Manfredonia explores the vibraphone, creating a dreamlike, almost electronic atmosphere, as if emerging from another world. This interlude perfectly sets the stage for In My World, a piece that stands out for its delicacy. The suspended, reflective melody unfolds gracefully, creating an intimate and introspective moment within the album. Here, Manfredonia’s vibraphone and Giroffi’s sax weave together in an ethereal dance that invites contemplation. Also particularly noteworthy is Varavallo’s double bass work, adding essential timbral depth and giving balance and substance to this delicate, nuanced passage.
Croix De Chavaux evokes a Parisian neighborhood, and its sonic structure is a true mosaic of contrasts. The rhythm section is dynamic and lays the perfect foundation for improvisations, while the vibraphone and sax move between Neapolitan echoes and European influences, crafting an urban narrative full of inspiration.
Arabic Mixture is the track that emerges with the scent of the Mediterranean — a meeting of East and West. The broken rhythm creates a tension that melts into improvisation, taking the listener on a sonic journey through different cultures and landscapes. It’s a piece that blends musical traditions with the contemporary language of jazz.
The penultimate track, Song to Siren, stands out for its firm rhythmic foundation, yet its energy never overwhelms the music’s overall musicality. Every section feels essential, and its simplicity amplifies its charm. It’s a track that allows the instruments to converse without frenzy, offering a peaceful space for deep reflection. The melody, though simple, gains emotional intensity through the care given to tone and timing.
Finally, Uneven Stairs closes the album with an irregular rhythm that conveys a sense of unstable balance. Each instrument seems to move cautiously, yet everything falls perfectly into place. The dialogue between rhythm and soloists is well calibrated and never stiff, with constant shifts that maintain the listener’s focus and make the track surprising right to the end.
Bell Movement is an album that doesn’t shy away from complexity but approaches it with lightness. Each track is crafted with great attention to dynamics and interplay, and the album as a whole presents itself as a mature and self-aware work — capable of stirring and surprising.
This new release fits naturally into the contemporary jazz landscape, exploring new sonic dimensions without ever losing coherence. Brew 4et has achieved a musical maturity reflected in every track, where experimentation seamlessly blends with tradition. With this album, the group reaffirms its artistic identity, skillfully combining complexity and cohesion, creating a work that moves and invites reflection. A project that stands out for its ability to remain authentic while exploring new sonic paths, establishing the band as one of the most interesting ensembles in contemporary Italian jazz.
Track list:
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Bell Movement
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Strawberry Tart
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Intro
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In My World
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Croix De Chavaux
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Arabic Mixture
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Song To Siren
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Uneven Stairs
Compositions by Gianluca Manfredonia, except tracks 2 and 6 by Luca Varavallo and Francesco Girardi; track 5 by Giuseppe Giroffi.
Produced by Giuseppe Giroffi, Gianluca Manfredonia, Luca Varavallo, Alessandro Perrone, and Maurizio Bizzochetti, Dodicilune, Italy.
Recorded, mixed, and mastered on February 26, 27, and 28, 2024 at Artesuono Recording Studio, Tavagnacco (UD), Italy.
Sound engineer: Stefano Amerio.
Cover photo © RobertTH.
Band photo: Klaus Bunker.