venerdì 14 febbraio 2025

Jacopo Ferrazza – Prometheo | Redapolis Music Blog

Immagine della band.
Jacopo Ferrazza e band

Jacopo Ferrazza – Prometheo (Teal Dreamers Factory, 2025)

Prometheus segna una nuova evoluzione nel percorso di Jacopo Ferrazza, che con questo album offre una riflessione musicale profonda, ispirata al mito di Prometeo ma proiettata nel contesto dell’uomo contemporaneo. Dopo il successo di Fantàsia, Ferrazza torna con un lavoro che esplora temi universali, intrecciando jazz, elettronica e sonorità più moderne. In questo disco, il contrabbassista romano non si limita a mostrarci la sua maestria tecnica, ma ci guida attraverso un viaggio interiore, un’esplorazione della condizione umana e delle sue tensioni tra conformismo e autenticità. Prometheus è un lavoro che colpisce per la sua ricchezza emotiva e per l’audacia sonora, un passo avanti nella carriera di un musicista che continua a sfidare e sorprendere.

Contrabbassista e compositore romano classe 1989, che si è affermato come una delle voci più originali del jazz contemporaneo italiano. Dopo aver studiato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, ha sviluppato una solida tecnica che gli permette di spaziare dal jazz alla musica classica con grande libertà espressiva. Nel corso della sua carriera ha collaborato con numerosi artisti di spicco e ha partecipato ai principali festival di jazz in Italia e all’estero, consolidando la sua reputazione di musicista versatile e innovativo.

Il percorso discografico da solista di Jacopo Ferrazza inizia nel 2017 con Rebirth, un album che mette in luce il suo talento compositivo e il suo gusto per atmosfere ricercate. A questo seguono Theater (2019) e Wood Tales (2021), lavori che consolidano il suo stile, mescolando jazz contemporaneo, influenze classiche e tocchi elettronici. Nel 2022 pubblica Fantàsia, un ulteriore passo nella sua evoluzione artistica. Infine, Prometheus (2023) segna il suo quinto lavoro da leader, affrontando temi universali con una visione musicale sempre in evoluzione.

La scelta della formazione è fondamentale per il risultato finale. La voce di Alessandra Diodati emerge come elemento portante, capace di alternare toni delicati e inquieti, quasi sempre in dialogo con gli altri strumenti. Il contributo di Enrico Zanisi al pianoforte e ai sintetizzatori aggiunge un carattere immaginifico, mentre il violoncello di Livia De Romanis regala momenti di intensità struggente e profondità emotiva. Valerio Vantaggio, alla batteria, conferisce dinamismo, adattandosi con versatilità a ogni cambiamento di atmosfera. Infine, Ferrazza stesso, con contrabbasso e sintetizzatori, orchestra il tutto con una visione chiara e una sensibilità che emerge in ogni passaggio.

Ogni brano di Prometheo sembra raccontare una storia a sé, ma all’interno di un quadro più grande. Le dinamiche sonore passano da momenti sospesi, in cui prevale la delicatezza, a episodi più intensi, quasi teatrali, dove emergono influenze che spaziano dal jazz contemporaneo al progressive, con accenni di tensioni armoniche e soluzioni impreviste. L’elemento elettronico, inserito con misura, amplifica la modernità dell’opera senza mai sovrastare la componente acustica.

Ho ascoltato con molta attenzione e ripetutamente l'album, e posso dire che ogni nuovo ascolto ha rivelato dettagli inaspettati e affascinanti. Già dalla breve "Prologo", si percepisce immediatamente la qualità della voce di Alessandra Diodati, che si esprime con una vocalità raffinata, incantevole e ben calibrata, sorretta da un tappeto elettronico che crea un'atmosfera sospesa, dando il via a un viaggio sonoro ricco di sfumature. Un’introduzione che prepara magnificamente l’ascoltatore a ciò che seguirà nel resto del disco.

In The Cave, Jacopo Ferrazza al contrabbasso svolge un ruolo centrale, con linee melodiche che alternano momenti di intensità e riflessione. La sua tecnica flessibile e comunicativa arricchisce la composizione, creando una base che supporta e interagisce con gli altri strumenti. La batteria di Valerio Vantaggio aggiunge tensione con cambi di ritmo precisi, mentre il piano di Enrico Zanisi evolve armonicamente. Il violoncello di Livia De Romanis e la voce di Alessandra Diodati, con la loro ricca espressività, completano il panorama sonoro, offrendo un’esperienza coinvolgente e dinamica.

Segue “Prometheus”, brano centrale, ricco di simbolismo, in cui il contrabbasso di Ferrazza assume un ruolo da protagonista, accompagnato da un fraseggio incalzante che riflette la lotta interiore del mito.

The Rediscovery of Fire: Un momento di esplosione creativa, dove il fuoco come simbolo di rinascita si manifesta attraverso una ritmica vorticosa e sezioni di improvvisazione libera, con il gruppo che intreccia suoni e idee in un clima di liberazione musicale.

In Pillory la musica si apre con un tono drammatico che cresce in intensità Questo brano racconta una prova difficile, quasi un momento di purificazione, dove la musica rispecchia l’intensità del confronto con le proprie difficoltà.

Titan Rises  mostra una energia palpabile e l'album prende una piega potente. La batteria di Vantaggio e il contrabbasso di Ferrazza creano una sensazione di forza, mentre il piano di Zanisi dà un ritmo che spinge in avanti, come se si stesse assistendo alla rinascita di una figura titanica. Il violoncello di De Romanis aggiunge profondità e un pizzico di malinconia, mentre la voce di Diodati, più forte e determinata, esprime il risveglio di una forza interiore. È un brano che parla di ascesa e potenza, come se il protagonista stesse superando una barriera per entrare in una nuova fase della sua esistenza.

Oceanine Chorus porta un’atmosfera più tranquilla e meditativa. Il contrabbasso di Ferrazza, più riflessivo, si intreccia con il piano di Zanisi in una melodia morbida e delicata. La voce di Alessandra Diodati si fa dolce e armoniosa, mentre il violoncello di De Romanis conferisce un suono caldo e avvolgente. L’intera composizione evoca l’immensità dell’oceano, simbolo di calma ma anche di profondità emotiva. La musica fluisce come le onde, alternando momenti di tranquillità a sensazioni più intense, ma sempre mantenendo una sensazione di serenità.

Il disco si chiude con I Am Everywhere, una riflessione sulla totalità e la connessione universale. Il contrabbasso di Ferrazza, ancora una volta protagonista, guida l’intera composizione con una linea continua che cresce e si espande. La batteria di Vantaggio e il piano di Zanisi costruiscono una solida struttura ritmica, mentre il violoncello di De Romanis aggiunge un tono profondo e ricco. La voce di Diodati, piena di sfumature, trasmette l’idea di una presenza universale, di un’essenza che si estende ovunque.

In conclusione, Prometheus è un'opera che esplora temi universali e profondi attraverso una fusione di suoni e influenze diverse. Ogni brano ha una propria identità, ma insieme creano un viaggio emotivo e sonoro che coinvolge l’ascoltatore in un'esperienza unica e appagante … è un disco che si prende il suo tempo per essere apprezzato nella sua interezza. È un lavoro che va oltre il semplice intrattenimento, capace di risuonare con chi cerca nella musica una dimensione esistenziale. Ferrazza dimostra di essere un compositore raffinato e un interprete profondo, capace di tradurre in suoni emozioni e pensieri complessi.

Con questa opera, il contrabbassista romano si conferma come una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano, consegnando al pubblico un album che parla di crescita e di resistenza, di crisi e rinascita.

Coprtina del disco.
 

La grafica di Prometheus, realizzata da Sophia Zaccaron, riflette perfettamente il viaggio artistico di Jacopo Ferrazza. Con uno stile onirico e suggestivo, la copertina richiama visivamente quella del precedente Fantàsia, introducendo i temi profondi e simbolici che caratterizzano il nuovo lavoro.

  

English version

Jacopo Ferrazza – Prometheus

Prometheus marks a new evolution in Jacopo Ferrazza’s artistic journey, as he offers a profound musical reflection inspired by the myth of Prometheus but projected into the context of contemporary human experience. After the success of Fantàsia, Ferrazza returns with a work that explores universal themes, intertwining jazz, electronics, and more modern sounds. In this album, the Roman double bassist doesn’t just showcase his technical mastery but takes us on an inner journey, an exploration of the human condition and its tensions between conformity and authenticity. Prometheus stands out for its emotional richness and daring sound, marking another leap forward in the career of a musician who continues to challenge and surprise.

Born in 1989, Ferrazza is a Roman double bassist and composer who has established himself as one of the most original voices in contemporary Italian jazz. After studying at the Santa Cecilia Conservatory in Rome, he developed a solid technique that allows him to move freely between jazz and classical music. Throughout his career, he has collaborated with numerous prominent artists and performed at major jazz festivals in Italy and abroad, cementing his reputation as a versatile and innovative musician.

Ferrazza’s solo discography began in 2017 with Rebirth, an album that highlighted his compositional talent and taste for refined atmospheres. This was followed by Theater (2019) and Wood Tales (2021), works that consolidated his style, blending contemporary jazz, classical influences, and electronic touches. In 2022, he released Fantàsia, another step forward in his artistic evolution. Finally, Prometheus (2023) marks his fifth album as a leader, tackling universal themes with an ever-evolving musical vision.

The choice of ensemble is fundamental to the album's success. Alessandra Diodati’s voice emerges as a central element, alternating between delicate and unsettling tones, almost always in dialogue with the other instruments. Enrico Zanisi’s contributions on piano and synthesizers add an imaginative character, while Livia De Romanis’ cello offers moments of poignant intensity and emotional depth. Valerio Vantaggio on drums brings dynamism, adapting seamlessly to each atmospheric shift. Finally, Ferrazza himself, on double bass and synthesizers, orchestrates the entire work with a clear vision and sensitivity that shines through in every passage.

Each track on Prometheus tells its own story while fitting into a larger narrative. The sound dynamics shift from suspended moments, where delicacy prevails, to more intense, almost theatrical episodes, revealing influences that range from contemporary jazz to progressive music, with hints of harmonic tension and unexpected resolutions. The electronic element, tastefully integrated, enhances the album’s modernity without ever overshadowing its acoustic core.

I listened to the album attentively and repeatedly, and I can say that each new listen revealed unexpected and fascinating details. From the brief Prologue, the quality of Alessandra Diodati’s voice immediately stands out, refined, enchanting, and perfectly calibrated, supported by an electronic backdrop that creates a suspended atmosphere, setting the stage for a rich and nuanced sonic journey. This introduction brilliantly prepares the listener for what lies ahead in the rest of the album.

In In The Cave, Jacopo Ferrazza’s double bass takes center stage, with melodic lines that alternate between moments of intensity and reflection. His flexible and expressive technique enriches the composition, creating a foundation that supports and interacts with the other instruments. Valerio Vantaggio’s drums add tension with precise rhythm changes, while Enrico Zanisi’s piano evolves harmonically. Livia De Romanis’ cello and Alessandra Diodati’s voice, with their rich expressiveness, complete the sonic landscape, offering an engaging and dynamic experience.

The title track, Prometheus, is a symbolic centerpiece, where Ferrazza’s double bass plays a leading role with a pressing phrasing that reflects the myth’s internal struggle.

The Rediscovery of Fire is a moment of creative explosion, where fire as a symbol of rebirth manifests through a whirlwind rhythm and sections of free improvisation. The group weaves sounds and ideas into a musical liberation.

In Pillory, the music opens with a dramatic tone that grows in intensity. This track narrates a challenging trial, almost a moment of purification, where the music mirrors the intensity of confronting one’s struggles.

Titan Rises brims with palpable energy as the album takes a powerful turn. Vantaggio’s drumming and Ferrazza’s double bass create a sense of strength, while Zanisi’s piano provides a driving rhythm, as if witnessing the rebirth of a titanic figure. De Romanis’ cello adds depth and a hint of melancholy, while Diodati’s voice, stronger and more determined, expresses the awakening of an inner force. The track speaks of ascension and power, as if the protagonist is overcoming a barrier to enter a new phase of existence.

Oceanine Chorus brings a more tranquil and meditative atmosphere. Ferrazza’s reflective double bass intertwines with Zanisi’s piano in a soft, delicate melody. Diodati’s voice becomes sweet and harmonious, while De Romanis’ cello adds warmth and enveloping tones. The entire composition evokes the vastness of the ocean, symbolizing calm but also emotional depth. The music flows like waves, alternating between moments of tranquility and more intense sensations, but always maintaining a sense of serenity.

The album closes with I Am Everywhere, a reflection on universality and interconnectedness. Ferrazza’s double bass once again takes the lead, guiding the composition with a continuous line that grows and expands. Vantaggio’s drums and Zanisi’s piano build a solid rhythmic structure, while De Romanis’ cello adds a rich and profound tone. Diodati’s voice, full of nuances, conveys the idea of a universal presence, an essence that extends everywhere.

In conclusion, Prometheus is a work that explores universal and profound themes through a fusion of diverse sounds and influences. Each track has its own identity, yet together they create an emotional and sonic journey that immerses the listener in a unique and fulfilling experience. This is an album that takes its time to be appreciated in its entirety. It goes beyond mere entertainment, resonating with those who seek an existential dimension in music.

With this work, the Roman double bassist confirms himself as one of the most interesting voices on the Italian music scene, delivering an album that speaks of growth and resilience, crisis and rebirth.

The artwork of Prometheus, created by Sophia Zaccaron, perfectly reflects Jacopo Ferrazza's artistic journey. With a dreamy and evocative style, the cover visually echoes that of the previous Fantàsia, introducing the profound and symbolic themes that define this new work.