venerdì 24 gennaio 2025

Qohelet – Cantico Dei Cantici | Redapolis Music Blog

Qohelet – Cantico Dei Cantici.
 

Qohelet – Cantico Dei Cantici (Lizard Records, 2025)

Seguo il percorso artistico di Gianni Venturi e Alessandro Seravalle ormai da un po’ di anni … ho apprezzato molto i loro progetti … ho sempre ammirato la loro capacità di coniugare sperimentazione sonora, poesia e profondità emotiva, caratteristiche che emergono chiaramente in ogni loro lavoro. Per questo motivo sono particolarmente felice di poter commentare Cantico dei Cantici del loro progetto Qohelet, un’opera che dimostra ancora una volta il loro coraggio e la loro unicità nel panorama musicale contemporaneo.

"Con Cantico dei Cantici”, i Qohelet proseguono il loro cammino artistico iniziato con l'album omonimo del 2020, presentando un'opera che trascende il concetto di semplice album musicale. Questo secondo capitolo del duo, formato da Gianni Venturi alla voce (Altare Thotemico, Moloch e Mantra Informatico) e Alessandro Seravalle all’elettronica, piano, synth e samples (Garden Wall e Officina F.lli Seravalle), si caratterizza per una fusione di poesia e ricerca sonora che invita l’ascoltatore a un coinvolgimento intellettuale ed emotivo. Dopo essersi già conosciuti virtualmente durante la realizzazione del primo lavoro, i due artisti proseguono il loro percorso in modo sempre più compatto, mettendo al centro tematiche universali come l’amore, trattato con una prospettiva contemporanea e audace. Cantico dei Cantici è un invito a riflettere, a sfidare la musica tradizionale e ad abbracciare l'arte come forma di pensiero.

Ad aiutare il duo in questo lavoro troviamo Gianpietro Seravalle, fratello di Alessandro, che contribuisce alla riuscita dell’opera con le sue sequenze ritmiche … è anche partner di Alessandro nel progetto Officina F.lli Seravalle e da Emiliano Vernizzi, sassofonista già noto per il suo lavoro con gli Altare Thotemico, band in cui milita lo stesso Venturi.

L'atmosfera di Cantico dei Cantici è profondamente impegnata, pensata per un ascoltatore preparato e disposto ad affrontare un percorso fuori dai confini della musica tradizionale. Questo disco non è per tutti: si rivolge a chi è pronto a immergersi in un’esperienza sonora che mescola sperimentazione, poesia e riflessione.

Ogni traccia è un mosaico di elementi complessi, in cui la voce teatrale e drammatica di Gianni Venturi si intreccia ai tappeti elettronici e agli arrangiamenti ricercati di Alessandro Seravalle. La musica richiede attenzione e una sensibilità particolare verso le forme artistiche contemporanee. Non c’è spazio per ascolti distratti o superficiali: Cantico dei Cantici pretende un coinvolgimento totale, spingendo l’ascoltatore a interrogarsi sul significato di ogni suono e parola.

La dimensione di Cantico dei Cantici si sviluppa come un viaggio emozionale e sensoriale che intreccia poesia, sperimentazione sonora e narrazione. Basato sull’edizione di Guido Ceronetti, il disco esplora il celebre testo biblico, trasformandolo in un’ode all’amore e alla figura della donna, affrontata con uno sguardo contemporaneo e quasi femminista.

Già dall’iniziale Prologo, il lavoro trasporta l’ascoltatore in una dimensione intensa e rituale: i ritmi scanditi e gli effetti sonori aprono la strada alla voce di Gianni Venturi, carica di teatralità e profondità. Il sax di Emiliano Vernizzi aggiunge un’ulteriore dimensione eterea, evocando paesaggi sonori che sembrano appartenere a un tempo sospeso.

Proseguendo, brani come il Primo Poema si distinguono per le loro influenze arabeggianti, che richiamano le sperimentazioni sonore degli Area, mentre la voce di Venturi si spinge oltre il semplice ruolo narrativo, diventando essa stessa uno strumento. Alessandro Seravalle, con le sue trame elettroniche e i campionamenti, costruisce un ambiente musicale che esalta ogni parola e ogni emozione, mantenendo viva una tensione costante.

Nel Secondo Poema, l’atmosfera si fa più intima e meditativa. Il sax di Vernizzi guida l’ascolto attraverso melodie malinconiche e oniriche, mentre l’elettronica accompagna con discrezione il racconto poetico, dipingendo immagini di mercati e strade di Gerusalemme, dove l’amore è il tema centrale.

Terzo Poema introduce il pianoforte, che si intreccia con il sax in un dialogo profondo e ricco di pathos. La celebrazione dell’amore e della bellezza trova qui una delle sue espressioni più intense, grazie a una narrazione che unisce lirismo e una tensione emotiva palpabile.

Con il Quarto e il Quinto Poema, il disco si addentra in territori più drammatici e oscuri, dove frammenti sonori dissonanti e voci distorte creano una scenografia musicale inquietante e viscerale. Questi brani sono una perfetta sintesi della capacità dei Qohelet di combinare teatralità e sperimentazione, con momenti che sembrano sfiorare il confine tra musica da camera e improvvisazione elettronica.

L’album si conclude con un Epilogo e Appendice Finale che riassumono le tensioni e le riflessioni proposte nell’intero percorso. Ogni elemento sonoro, dalla voce agli arrangiamenti strumentali, contribuisce a lasciare un segno profondo nell’ascoltatore.

Cantico dei Cantici non è solo un disco, ma un’opera d’arte che, attraverso il filtro poetico di Ceronetti, richiede un ascolto attento e una predisposizione a esplorare le complessità emotive e sonore che lo caratterizzano. Un’esperienza riservata a chi è disposto a lasciarsi coinvolgere completamente e a mettere in discussione il proprio approccio alla musica.

Se siete appassionati di musica sperimentale e arte contemporanea, questo album è un’opportunità unica per immergersi in un'esperienza sonora che sfida le convenzioni. Lo consiglio a chi desidera ampliare i propri orizzonti musicali e scoprire una proposta intensa e originale.

Buon ascolto.

(Luca Redapolis Music)


 Track List: 

  1. Il Prologo
  2. Prima la poesia
  3. La seconda poesia
  4. Terzio poema di Terzio
  5. Quarto poema
  6. Quinto poema
  7. Epilogo di Epilogo
  8. Appendice finale  

 


 English version

Qohelet – Cantico Dei Cantici (Lizard Records, 2025)

I have been following the artistic journey of Gianni Venturi and Alessandro Seravalle for several years now, both as a duo and as individual artists. I have greatly appreciated their projects over time and have always admired their ability to merge sound experimentation, poetry, and emotional depth—qualities that are evident in all their works. For this reason, I am particularly excited to share my thoughts on Cantico dei Cantici, the latest offering from their Qohelet project. This album once again highlights their courage and uniqueness in the contemporary music scene.

With Cantico dei Cantici, Qohelet continues the artistic path they began with their self-titled debut album in 2020, presenting a work that transcends the concept of a mere music album. This second chapter, featuring Gianni Venturi on vocals (Altare Thotemico, Moloch, Mantra Informatico) and Alessandro Seravalle on electronics, piano, synths, and samples (Garden Wall, Officina F.lli Seravalle), stands out for its blend of poetry and sound exploration, inviting the listener to engage both intellectually and emotionally. Having already connected virtually while creating their first album, the two artists continue their journey with even greater cohesion, centering their work on universal themes like love, approached with a contemporary and audacious perspective. Cantico dei Cantici is a call to reflect, challenge traditional music, and embrace art as a form of thought.

The duo is joined by two accomplished contributors on this project: Gianpietro Seravalle, Alessandro’s brother and partner in the Officina F.lli Seravalle project, who enriches the album with rhythmic sequences, and Emiliano Vernizzi, a saxophonist known for his work with Altare Thotemico, the band in which Venturi is also a key figure.

The overall soundscape of Cantico dei Cantici is deeply engaging, aimed at a listener who is prepared and willing to step outside the boundaries of traditional music. This album is not for everyone; it is intended for those ready to dive into a sonic experience that intertwines experimentation, poetry, and introspection.

Each track is a mosaic of complex elements where Gianni Venturi’s dramatic, theatrical voice intertwines with Alessandro Seravalle’s intricate electronic textures and thoughtful arrangements. The music demands attention and a particular sensitivity to contemporary artistic forms. There is no room for passive listening here—Cantico dei Cantici demands total immersion, pushing the listener to question the meaning of every sound and word.

Drawing inspiration from Guido Ceronetti’s edition of the Song of Songs, the album reimagines the biblical text as an ode to love and the feminine figure, explored through a modern and almost feminist lens.

From the opening Prologo, the album immediately transports the listener into an intense and ritualistic setting. Scattered rhythms and layered effects pave the way for Venturi’s voice, rich with theatrical depth. Vernizzi’s sax adds an ethereal layer, evoking sonic landscapes that feel timeless. Tracks like Primo Poema showcase Arabesque influences reminiscent of Area, with Venturi using his voice as an instrument in itself. Seravalle’s electronic textures and samples build a musical environment that heightens every word and emotion, maintaining a constant tension.

The meditative Secondo Poema shifts to more intimate and reflective tones. Vernizzi’s sax leads with melancholic and dreamlike melodies, while subtle electronics complement Venturi’s poetic storytelling, painting vivid scenes of Jerusalem’s streets and markets where love remains the central theme. The piano makes a notable entry in Terzo Poema, weaving a profound dialogue with the saxophone and enriching the celebration of love and beauty with palpable emotional tension.

The album ventures into darker, more dramatic territories with Quarto Poema and Quinto Poema, where dissonant sounds and distorted voices create an unsettling yet visceral auditory experience. These tracks epitomize Qohelet’s ability to merge theatricality with experimentation, blending elements of chamber music with electronic improvisation.

The closing Epilogo and Appendice Finale bring the album’s journey to a reflective conclusion. Every sonic detail, from Venturi’s voice to the instrumental arrangements, leaves a profound impression on the listener.

Cantico dei Cantici is not just an album; it is a work of art that, through Ceronetti’s poetic lens, requires attentive listening and a willingness to delve into its emotional and sonic complexities. It is an experience reserved for those ready to engage fully and rethink their approach to music.

If you are passionate about experimental music and contemporary art, this album offers a unique opportunity to immerse yourself in a sonic journey that challenges conventions. I highly recommend it to anyone looking to expand their musical horizons and discover an intense, original creation.

Happy listening!

(Luca Redapolis Music)