giovedì 9 gennaio 2025

Luca Crispino – Diffrazioni | Redapolis Music Blog

Immagine del chitarrista Luca Crispino.
Luca Crispino
 

Luca Crispino – Diffrazioni (Dodicilune, 2024)

Pubblicato nel 2024 dalla sempre attenta ed innovativa etichetta discografica Dodicilune, "Diffrazioni" è un’opera che riflette appieno l’anima artistica e sperimentale di Luca Crispino, chitarrista e compositore padovano. Il disco propone un viaggio sonoro multiforme, con il jazz come elemento centrale, arricchito da improvvisazioni e contaminazioni stilistiche che spaziano dal rock al progressive, fino a suggestioni etniche e new-folk. 

Le nove tracce che compongono l’album – otto brani originali e una reinterpretazione di Béla Bartók – delineano un percorso musicale denso di creatività, dove la libertà espressiva si fonde con un’elegante struttura compositiva. Grazie al supporto di musicisti di grande talento e all’approccio innovativo di Crispino, "Diffrazioni" si afferma come un lavoro unico nel panorama jazz italiano, confermando la sensibilità dell’etichetta Dodicilune nel promuovere progetti raffinati e d’avanguardia.

L'album si distingue per la sua natura immersiva e multitematica, con il jazz che funge da sfondo, sfruttandone principalmente il modulo esecutivo ed espressivo. L'improvvisazione è uno dei fili conduttori del progetto, evidente sia nei due brani di pura creatività catturati dal vivo durante le sessioni di registrazione, sia nelle composizioni scritte da Crispino, nate da idee estemporanee poi fissate sul pentagramma.

Il quintetto che accompagna Luca Crispino è composto da: Federico Zoccatelli al sax soprano e sax alto, Stefano Benini a i flauti e al didgeridoo, Riccardo Ferfoglia al basso elettrico e Luigi Sabelli alla batteria.

Questi musicisti dimostrano una notevole interazione ed empatia, contribuendo a creare un equilibrio tra libertà e disciplina, con un'improvvisazione basata dalla passione e dalla qualità esecutiva.

La cura nella registrazione e nel mixaggio consente a ogni strumento di emergere con chiarezza e naturalezza, creando un’esperienza sonora avvolgente e ben bilanciata. L'attenzione ai dettagli sonori, unita alla capacità di valorizzare sia i momenti di piena energia sia quelli più intimi, rende l’album ancora più godibile e coinvolgente, permettendo di apprezzare appieno la ricchezza timbrica e le sfumature dinamiche di ogni brano. 


Le nove tracce che compongono il lavoro sono tutte di gran qualità e volendo citarvene qualcuna inizierei proprio da "Ziggurat", brano che apre il disco e che si sviluppa in modo graduale, partendo da un insieme di suoni disordinati che pian piano si trasformano in una melodia più chiara e armoniosa … da annotare il bel solo di flauto ed il gran lavoro della chitarra.

Dal sapore retrò "Vecchie case che non conosco" è una ballad sorretta da un intenso arpeggio di chitarra sorretta da un ottimo lavoro di basso e batteria ed arricchita da dal suono del flauto che aggiunge un'aura di luoghi lontani ed inesplorati.

Comete" si distingue per sonorità che sembrano provenire da diverse tradizioni musicali, con il sax di Federico Zoccatelli che apporta un intrigante afflato orientaleggiante.

La preferita dal sottoscritto è la sperimentale "Galaverna" che si presenta come una ballata che emerge progressivamente sulle corde della chitarra di Crispino, con un'atmosfera psichedelica e l'aggiunta del didgeridoo che conferisce un'aura esoterica e ancestrale.

Desidero anche richiamare la vostra attenzione su "Il cielo sopra Pozzolengo", un brano che si distingue per le sue atmosfere intense e suggestive, cariche di presagi. L’improvvisazione svolge un ruolo fondamentale, creando un continuo senso di esplorazione sonora. In particolare, il didgeridoo di Stefano Benini, con il suo suono profondo e ancestrale, si intreccia in un dialogo vibrante con le percussioni, arricchendo ulteriormente l’atmosfera misteriosa e ipnotica del brano.

Non posso non evidenziare l’ottima versione di "Danza del cerchio" di Béla Bartók con i musicisti che ampliano lo spettro percettivo del brano originale, mantenendone l'essenza e l'aura di sacralità quasi divinatoria.

In sintesi, "Diffrazioni" è un album che consiglio vivamente non solo agli appassionati di jazz, ma anche a chi desidera esplorare nuovi territori sonori e lasciarsi sorprendere da soluzioni originali e non convenzionali. 

Si presenta come un’opera che attraversa un ampio spettro musicale, dal fusion-jazz all’improvvisazione, arricchita da richiami etnici e suggestioni oniriche, con sfumature che rimandano a un universo rock immaginifico e poliedrico.

Buon ascolto (Luca Redapolis Paoli)

Copertina del disco.

 Track list:

1 – Ziggurat
2 – Monci
3 – Vecchie case che non conosco
4 – Comete
5 – Libanza
6 – Galaverna
7 – Il cielo sopra Pozzolengo
8 – Grande Talpaplan
9 – Danza del cerchio

All compositions by Luca Crispino except 9 by Béla Bartók

Produced by Luca Crispino and Maurizio Bizzochetti, Dodicilune
Recorded 9, 10 December 2023 at Ritmo&Blu Studio, Pozzolengo (Bs), Italy
Mixed and mastered 28, 29 December 2023 at Ritmo&Blu Studio, Pozzolengo (Bs), Italy
Sound engineer Stefano Castagna
Cover artwork Riccardo Ferfoglia
Photos by Luca Crispino, Riccardo Ferfoglia

Contact: https://www.facebook.com/luca.crispino.16 

https://lucacrispino.com/ 


English version 

Luca Crispino – Diffractions (Dodicilune, 2024)

Published in 2024 by the ever-attentive and innovative record label Dodicilune, Diffractions is a work that fully reflects the artistic and experimental soul of Luca Crispino, a guitarist and composer from Padua. The album offers a multifaceted sound journey, with jazz as its central element, enriched by improvisations and stylistic contaminations ranging from rock to progressive, with ethnic and new-folk influences.

The nine tracks that make up the album—eight original pieces and a reinterpretation of Béla Bartók—outline a musical path rich in creativity, where expressive freedom merges with an elegant compositional structure. Thanks to the support of highly talented musicians and Crispino’s innovative approach, Diffractions stands out as a unique work in the Italian jazz scene, reaffirming Dodicilune’s sensitivity in promoting refined and avant-garde projects.

The album is characterized by its immersive and multi-themed nature, with jazz serving as a backdrop, primarily leveraging its performance and expressive modules. Improvisation is one of the guiding threads of the project, evident both in the two purely creative pieces captured live during recording sessions and in the compositions written by Crispino, which originated from spontaneous ideas later transcribed onto the staff.

The quintet accompanying Luca Crispino consists of: Federico Zoccatelli on soprano and alto saxophones, Stefano Benini on flutes and didgeridoo, Riccardo Ferfoglia on electric bass, and Luigi Sabelli on drums.
These musicians demonstrate remarkable interaction and empathy, helping to create a balance between freedom and discipline, with improvisation driven by passion and performance quality.

The meticulous care in recording and mixing allows each instrument to emerge clearly and naturally, creating an enveloping and well-balanced sound experience. Attention to sonic detail, combined with the ability to enhance both high-energy moments and more intimate ones, makes the album even more enjoyable and engaging, allowing listeners to fully appreciate the timbral richness and dynamic nuances of each track.

The nine tracks in the work are all of high quality, and if I were to highlight a few, I would start with "Ziggurat", the opening track, which develops gradually, beginning with a collection of disordered sounds that slowly transform into a clearer and more harmonious melody... notable is the beautiful flute solo and the excellent guitar work.
With a retro flavor, "Vecchie case che non conosco" is a ballad supported by an intense guitar arpeggio, complemented by excellent bass and drum work and enriched by the flute, which adds an aura of distant and unexplored places.
"Comete" stands out for its sonorities, which seem to derive from different musical traditions, with Federico Zoccatelli’s sax adding an intriguing oriental touch.

My personal favorite is the experimental "Galaverna", which presents itself as a ballad that progressively emerges from Crispino’s guitar strings, creating a psychedelic atmosphere enhanced by the didgeridoo, which lends an esoteric and ancestral aura.
I would also like to draw your attention to "Il cielo sopra Pozzolengo", a track distinguished by its intense and evocative atmospheres, laden with foreboding. Improvisation plays a crucial role, creating a constant sense of sonic exploration. In particular, Stefano Benini’s didgeridoo, with its deep and ancient sound, weaves a vibrant dialogue with the percussion, further enriching the mysterious and hypnotic atmosphere of the piece.

I cannot fail to mention the excellent version of Béla Bartók’s "Danza del cerchio", where the musicians expand the perceptive spectrum of the original piece, preserving its essence and almost divinatory sacred aura.

In conclusion, Diffractions is an album I highly recommend not only to jazz enthusiasts but also to anyone eager to explore new sonic territories and be surprised by original and unconventional solutions. It presents itself as a work traversing a broad musical spectrum, from fusion-jazz to improvisation, enriched by ethnic references and dreamlike suggestions, with shades that evoke an imaginative and multifaceted rock universe.

Happy listening!
(Luca Redapolis Paoli)