lunedì 27 gennaio 2025

Limite Acque Sicure – Un’Altra Mano Di Carte | Redapolis Music Blog | Di Alfredo Buonumori e Luca "Redapolis" Paoli

Immagine della band.
Limite Acque Sicure

Limite Acque Sicure – Un’Altra Mano Di Carte (Minotauro Records, 2025)

 Di Alfredo Buonumori e Luca "Redapolis" Paoli

Il gruppo Limite Acque Sicure si inserisce con autorevolezza nella tradizione del rock progressivo italiano, un genere che ha avuto la sua epoca d’oro negli anni ’70 grazie a band come Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Area e Le Orme. Ma il loro stile non si limita ad emulare i grandi del passato: lo reinventa, lo rimodella spingendosi verso suoni attuali.

Come i capolavori del prog italiano classico, anche la loro musica è intrisa di poesia e teatralità, ma arricchita da una produzione contemporanea e da contaminazioni che spaziano dalla musica classica al rock. Un esempio lampante è la loro abilità nel costruire passaggi strumentali evocativi, che ricordano l’intensità di album come Darwin! del Banco del Mutuo Soccorso o Storia di un minuto della Premiata Forneria Marconi, donandogli però un respiro più attuale.

Nei primi anni della carriera il gruppo si esibiva principalmente in contesti locali; ricordiamo inoltre nell’aprile 2012 un concerto all’aeroporto di Castiglione del Lago all’interno della manifestazione “Meeting di primavera”, organizzata da Massimo Sordi, che poi sarebbe diventato il  presidente dell’associazione Trasimeno Prog, proponendo una miscela di cover di classici del progressive rock italiano e internazionale (come Banco del Mutuo Soccorso, King Crimson e Genesis) e brani originali strumentali; i concerti erano un banco di prova per sviluppare le idee che sarebbero  confluite nell’ottimo album d’esordio omonimo del 2022.

La formazione, nata nel 2005, è da alcuni anni stabile; nel 2016 è arrivata Ambra Bianchi, ed ha sentito poco a poco l’esigenza di discostarsi dal repertorio altrui per creare una proposta personale; l’arrivo della pandemia ha favorito questa scelta ed è iniziata la fase compositiva e di registrazione dell’album d’esordio.

La band è formata da sei musicisti che rispondono ai nomi di Andrea Chendi alla voce; Ambra Bianchi al flauto, arpa, voce e cori; Antonello Giovannelli all’organo, pianoforte e sintetizzatori; Francesco Gigante al basso; Luca Trabanelli alle chitarre e Paolo Bolognesi alla batteria.

Il nuovo lavoro, Un’ Altra Mano di Carte, evoca l’idea di una nuova possibilità, di un destino che si può riscrivere o rinegoziare. Questo concetto si riflette nei brani, che oscillano tra temi legati alla scelta, all’incertezza e alla trasformazione personale. Ogni traccia è come una carta giocata in una partita esistenziale, con arrangiamenti che svelano gradualmente le loro sfumature, come un mazzo che si apre con lentezza.

La band sceglie con questo album di raccontare esperienze di vita, tra realtà e finzione, tra il passato e l’attualità; per farlo tocca argomenti profondi, complicati, senza però abbattersi, anzi fidando in una possibilità che le problematiche possano risolversi.



La mano di carte citata nel titolo rappresenta secondo il gruppo la metafora della sorte; ogni volta che le carte si mescolano ci si augura più fortuna che in quella precedente, ma spesso il destino ci riserva sorprese, ed ecco che è necessario rimboccarsi le maniche, tra speranze, illusioni e a volte delusioni.

Ed il tema delle esperienze personali dei passi complicati appare come la prosecuzione di quanto affrontato nel primo lavoro, ove il punto cardine era il viaggio, non inteso soltanto come spostamento ma pure interiore; i sei musicisti compaiono nel booklet all’interno di carte da gioco raccontando le loro storie.

Musiche, testi, arrangiamenti e progetto artistico sono curati dalla band; la realizzazione grafica è di Dino Marsan mentre la registrazione e la masterizzazione si sono svolti all’ Hybrid Studio di Ferrara.

Sei sono le tracce inedite che compongono l’album per una durata di poco superiore ai 50 minuti; vediamole in dettaglio.

 



Si inizia con Joker, scelto come rappresentazione dell’idea di malvagità umana: un’apertura solenne, per un brano dal respiro che mette subito in chiaro le intenzioni della band; atmosfera tirata, una chitarra tagliente si innesta con un tappeto di tastiere ed un coralità che si alterna con la voce di Ambra Bianchi; bell’inizio.

Segue Il racconto di Juan della sua terra, che narra della conquista dell’America del Sud da parte degli spagnoli, vista dalla parte dei soprusi subiti dal protagonista; con ciò che sta accadendo di recente nel mondo anche di là dall’oceano una sorta di preveggenza (purtroppo).

Dal punto di vista musicale si conferma la chitarra di Trabanelli sugli scudi (anche all’acustica), mentre le tastiere ricamano soluzioni sonore che rimandano al terreno fertile del prog e la base ritmica tra i vari cambi di tempo si destreggia assai bene.

Natale 1914, il brano più lungo del lotto coi i suoi 10 minuti abbondanti, è una splendida ballad; si tratta del racconto di storie reali durante quella notte speciale, nell’ambito della prima guerra mondiale, dove soldati nemici si ritrovano insieme a festeggiare la  Natività ... un’atmosfera corale con le tastiere in evidenza e di nuovo la chitarra che si produce in pregevoli soli e punteggia il brano con delicati arpeggi acustici; un plauso anche alla bella voce di Andrea Chendi.

E’ il pianoforte di Antonello Giovanelli ad introdurre  …non il Bergerac, storia di un  personaggio senza nome, che affronta il proprio destino, sospeso tra la possibilità che sia stato un attore, o forse il suo è soltanto un sogno. Nella parte finale, dopo la predominanza delle tastiere, ecco la chitarra di Trabanelli, torna la voce di Chendi, ed infine si chiude con un passaggio all’interno del folk; ottima soluzione.

Il penultimo brano è Chita, soprannome, in alcuni dialetti del nostro paese, che indica di solito l’amica del cuore, la sorella maggiore o la donna con cui ci si confida. A condurre le danze è la bella voce di Ambra Bianchi, davvero notevole; si tratta di un brano descrittivo, un‘ennesima ballad mid time, pur se non mancano aperture e stacchi di  prog sinfonico; nella parte finale i vocalizzi Bianchi, sostenuti soltanto dalla batteria, hanno un eco di world music.

E si conclude questo lavoro della band ferrarese con Storie perdute, dove un ipotetico cantastorie riepiloga quanto si è fin qui raccontato nell’album, suggerendo spunti per l’ascolto del disco, con un piglio cantautorale.

Un modo originale della band per portare a compimento questa prova discografica di rilievo che in quest’inizio dell’anno si pone subito all’attenzione degli amanti del genere.

Echi di molte influenze del passato si apprezzano; d’altronde il prog è contaminazione, ed allora molto è plausibile in quest’ambito, sempre che che sia presentato con gusto.

Che prog rock sia!!!

Il disco sarà presentato su Progsky Web Station nella puntata di Prog on the lake, all’interno del Giovedì Progressivo Italiano, il prossimo 13 febbraio alle 15:30 ora italiana.

Copertina del disco.

Tracklist: Joker; Il racconto di Juan della sua terra; Natale 1914; …. Non il Bergerac; Chita; Storie perdute

Musicisti: Andrea Chendi, voce; Ambra Bianchi, flauto, arpa, voce e cori; Antonello Giovannelli, organo, pianoforte e sintetizzatori; Francesco Gigante, basso elettrico; Luca Trabanelli, chitarre acustiche ed elettriche; Paolo Bolognesi, batteria

 


 English version

Limite Acque Sicure – Another Hand of Cards

The band Limite Acque Sicure confidently takes its place within the tradition of Italian progressive rock, a genre that had its golden age in the 1970s thanks to bands like Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Area, and Le Orme. However, their style doesn’t just emulate the greats of the past: it reinvents and reshapes them, pushing towards modern sounds.

Like the masterpieces of classic Italian prog, their music is steeped in poetry and theatricality but enriched with contemporary production and influences ranging from classical music to rock. A striking example is their ability to craft evocative instrumental passages, reminiscent of the intensity of albums like Darwin! by Banco del Mutuo Soccorso or Storia di un minuto by Premiata Forneria Marconi, while giving them a more modern breadth.

In the early years of their career, the group performed mainly in local contexts; one notable event was in April 2012, at a concert at Castiglione del Lago Airport during the “Spring Meeting” organized by Massimo Sordi, who would later become president of the Trasimeno Prog association. They offered a mix of covers of Italian and international progressive rock classics (such as Banco del Mutuo Soccorso, King Crimson, and Genesis) and original instrumental pieces. These concerts served as a testing ground for developing ideas that eventually flowed into their excellent self-titled debut album in 2022.

The band, formed in 2005, has had a stable lineup for several years. In 2016, Ambra Bianchi joined, and the group gradually felt the need to move away from covering others' work to creating their own original material. The pandemic further facilitated this decision, initiating the composition and recording phase of their debut album.

The band comprises six musicians:

  • Andrea Chendi (vocals)
  • Ambra Bianchi (flute, harp, vocals, and backing vocals)
  • Antonello Giovannelli (organ, piano, and synthesizers)
  • Francesco Gigante (bass)
  • Luca Trabanelli (guitars)
  • Paolo Bolognesi (drums)

Their new work, Another Hand of Cards, evokes the idea of a second chance, of a destiny that can be rewritten or renegotiated. This concept is reflected in the songs, which explore themes of choice, uncertainty, and personal transformation. Each track is like a card played in an existential game, with arrangements that gradually reveal their nuances, like a deck being slowly opened.

With this album, the band chooses to tell life stories, blending reality and fiction, past and present. They tackle deep and complex subjects while maintaining a sense of hope that challenges can be overcome. The "hand of cards" mentioned in the title serves as a metaphor for fate; every time the cards are shuffled, one hopes for better luck than the previous round. But since destiny often brings surprises, one must roll up their sleeves and navigate hopes, illusions, and, sometimes, disappointments.

The theme of personal experiences and challenging steps seems like a continuation of what was explored in their first album, where the central motif was the journey—both external and internal. The six musicians appear in the album’s booklet as playing cards, narrating their stories.

The music, lyrics, arrangements, and artistic project are all handled by the band. Graphic design is by Dino Marsan, and the recording and mastering were done at Hybrid Studio in Ferrara.

The album consists of six original tracks, lasting just over 50 minutes. Let’s explore them in detail:

  1. Joker
    Chosen to represent the idea of human wickedness, this opening track is solemn and sets the tone for the band’s intentions. It features a tense atmosphere, sharp guitar lines layered over keyboard textures, and vocal interplay, including Ambra Bianchi’s voice. A strong start.

  2. Il racconto di Juan della sua terra (Juan's Tale of His Land)
    This track narrates the conquest of South America by the Spanish, from the perspective of the oppression suffered by the protagonist. With recent events around the world, even across the ocean, it carries a sense of (unfortunate) foresight. Musically, Trabanelli’s guitar shines (including acoustic parts), while the keyboards create rich soundscapes rooted in prog. The rhythm section navigates tempo changes skillfully.

  3. Natale 1914 (Christmas 1914)
    At over 10 minutes, this is the album's longest piece and a splendid ballad. It recounts real stories from that special night during World War I when enemy soldiers came together to celebrate Christmas. The track features choral atmospheres, prominent keyboards, and guitar solos intertwined with delicate acoustic arpeggios. A standout vocal performance by Andrea Chendi.

  4. …non il Bergerac (...Not Cyrano de Bergerac)
    Introduced by Antonello Giovanelli’s piano, this track tells the story of a nameless character grappling with destiny—was he an actor, or is it all just a dream? The song closes with a folk-inspired passage, blending dominant keyboard sections with Trabanelli’s guitar and Chendi’s vocals. A great addition.

  5. Chita
    In some Italian dialects, "Chita" is a term of endearment for a close friend, an older sister, or a confidante. Led by Ambra Bianchi’s remarkable voice, this mid-tempo ballad includes symphonic prog breaks and ends with Bianchi’s vocalizations accompanied solely by drums, evoking world music.

  6. Storie perdute (Lost Stories)
    The album closes with a cantastorie (storyteller) summing up the album’s narrative, suggesting points for reflection and listening. This track carries a singer-songwriter approach, providing an original and compelling conclusion to a noteworthy work, capturing the attention of genre enthusiasts early in the year.

Echoes of past influences abound, but prog rock is inherently about fusion and experimentation, and this is presented with taste and artistry. Prog rock lives on!

The album will be presented on Progsky Web Station during the episode of Prog on the Lake as part of the Italian Progressive Thursday series, on February 13 at 3:30 PM Italian time.

Tracklist:

  1. Joker
  2. Il racconto di Juan della sua terra
  3. Natale 1914
  4. …non il Bergerac
  5. Chita
  6. Storie perdute

Musicians:

  • Andrea Chendi: vocals
  • Ambra Bianchi: flute, harp, vocals, and backing vocals
  • Antonello Giovannelli: organ, piano, and synthesizers
  • Francesco Gigante: bass
  • Luca Trabanelli: acoustic and electric guitars
  • Paolo Bolognesi: drums