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Blind Golem – Wunderkammer (Andromeda Relix, 2024)
Il 2025 è appena iniziato, ma sento il bisogno di parlare di un album che ha visto la luce verso la fine dell’anno appena trascorso. Si tratta di Wunderkammer, il secondo disco dei hard rocker italiani Blind Golem, un lavoro che merita senza dubbio attenzione per la sua intensità e originalità.
Fin dalla fine degli anni ’60 l’Hard Rock ha prodotto gruppi fantastici, caratterizzati da sonorità potenti, chitarre distorte e ritmiche incisive.
Originato nel Regno Unito e negli Stati Uniti, l’Hard Rock ha trovato grande diffusione a livello mondiale, con gruppi leggendari come Led Zeppelin, Deep Purple e Uriah Heep (solo per citarne tre) ma anche in Italia abbiamo avuto gruppi importanti che hanno saputo interpretare il genere fondendolo con la nostra tradizione come Il Rovescio della Medaglia, i Garybaldi, i Vanadium negli anni ’80 e più recentemente i Blind Golem di cui mi occupo in questa sede.
Ho fatto solo qualche esempio per non dilungarmi troppo e, i più navigati tra i lettori, sanno che la lista è molto più lunga.
L’amore per la band inglese e per l’hard rock anni ’70 traspare chiaramente, ma i Blind Golem non si limitano a un semplice esercizio di nostalgia. La loro solida preparazione musicale e la qualità compositiva danno vita a un sound autentico, capace di risultare attuale e convincente anche oggi. La band è composta da Silvano Zago alle chitarre, Francesco Dalla Riva al basso e cori, Simone Bistaffa alle tastiere e all’organo Hammond, Walter Mantovanelli alla batteria e Andrea Vilardo come voce solista. Tra gli ospiti spiccano Daniela Pase ai cori e Fabio Serra, che oltre a contribuire con cori e tastiere aggiuntive, ha curato con maestria produzione, registrazione e mixing, garantendo un risultato finale di altissimo livello.
Qui siamo al cospetto di signori che hanno suonato con Bullfrog, Tolo Marton, All Souls Day, Paul Chain, Moto Armonico e l’esperienza da loro raggiunta si sente molto bene nelle 11 tracce che compongono Wunderkammer.
Il titolo "Wunderkammer" (camera delle meraviglie) e l'artwork, realizzato dal leggendario Rodney Matthews, evocano un universo affascinante e misterioso, anticipando l'atmosfera del disco che di meraviglie ne contiene molte partendo dall’iniziale “Gorgon”, brano dall’energia travolgente che mette in risalto l'interplay tra chitarra e tastiere e la voce potente ed evocativa di Andrea Vilardo.
Segue "Some Kind of Poet", traccia caratterizzata da un riff stoppato di chitarra ed un ritornello arricchito da cori potenti, che evidenziano l'abilità della band nel creare armonie vocali coinvolgenti … qui siamo dalle parti di “Gypsy”, degli Uriah Heep ma non pensiate che sia un copia/incolla … ascoltare per credere.
Un'introduzione di organo che richiama sonorità progressive introduce "Endless Run" ed evidenzia la versatilità della proposta.
Chitarra, voce e moog marchiano a fuoco "Man of Many Tricks", sostenuta dalla potente e versatile sezione ritmica … hard rock ad altissimi livelli signori miei.
Ancora riff di chitarra e sezione ritmica sugli scudi per "How Tomorrow Feels" … ma attenzione perché il brano vira in una placida e romantica ballad … ciliegina sulla torta lo stupendo e melodico assolo di chitarra di Silvano Zago.
Il pezzo centrale dell'album è "Golem!", una composizione dinamica che fonde elementi hard rock, epic e progressive, con aperture sinfoniche e un finale evocativo.
L'inizio di "Just a Feeling" potrebbe sembrare un'ode alla tranquillità, ma ben presto rivela il suo vero carattere: un pezzo solido e deciso, che richiama le sonorità più robuste degli Uriah Heep durante l'era di Bernie Shaw. L’apparente calma iniziale si trasforma in un'energia potente che incarna lo spirito dell'hard rock classico.
Introdotta da un recitato di Alessandra Adami che interpreta un breve brano tratto da un poema di Coleridge “It happened in the woods” è forse il brano più progressivo del lotto ed affascina per l’uso affascinante dell’organo hammond.
"Born Liars", scelto come primo singolo, è un brano energico e accattivante e molto radiofonico e memorizzabile.
"Green Eye", una cover di un demo degli Uriah Heep (e di chi se no) durante le sessioni per l'album Demons and Wizards del 1972, completata e reinterpretata dai Blind Golem che la attualizzano e ne fanno un brano che riflette il loro stile distintivo.
Siamo quasi al termine di questo splendido viaggio nell’hard rock che si conclude con "Coda... Entering the Wunderkammer", brano strumentale che con energia, passione e tecnica chiude come meglio non si potrebbe un disco che coinvolge dall’inizio alla fine.
In sintesi, Wunderkammer è un album che, pur ispirandosi alle sonorità vintage, riesce a rimanere sorprendentemente fresco e coinvolgente. Grazie alla maestria compositiva ed esecutiva dei Blind Golem, ogni traccia si distingue per la sua energia ed originalità. La produzione, affidata a Fabio Serra presso gli Opal Arts Studios, esalta la profondità sonora del disco, confermando la band come una delle realtà più promettenti nel panorama dell'hard rock contemporaneo.
Se amate il buon vecchio hard rock e le band leggendarie che hanno fatto la storia di quel genere non potete non includere anche i Blind Golem.
Buon ascolto. (Luca Redapolis Paoli)
Track list:
- Gorgon
- Some Kind Of Poet
- Endless Run
- Man Of Many Tricks
- How Tomorrow Feels
- Golem!
- Just a Feeling
- It Happened In The Woods
- Born Liars
- Green Eye
- Golem Repise Entering The Wunderkammer
English version
Blind Golem – Wunderkammer (Andromeda Relix, 2024)
2025 has just begun, but I feel the urge to talk about an album released at the end of last year. I'm referring to Wunderkammer, the second record by the Italian hard rockers Blind Golem, a work that undoubtedly deserves attention for its intensity and originality.
Since the late ’60s, Hard Rock has given rise to amazing bands known for their powerful sound, distorted guitars, and sharp rhythms.
Born in the UK and the USA, Hard Rock quickly spread across the globe, thanks to legendary bands like Led Zeppelin, Deep Purple, and Uriah Heep (just to name three). Even in Italy, we had remarkable groups that blended the genre with our musical tradition, such as Il Rovescio della Medaglia, Garybaldi, and Vanadium in the ’80s. More recently, Blind Golem has emerged as a key player, and they are the focus of this review.
I’ve only mentioned a few examples to keep it brief, but seasoned listeners know the list goes on.
Blind Golem’s love for English bands and ’70s hard rock is undeniable, but they don’t merely indulge in nostalgia. Their solid musicianship and high-quality songwriting result in an authentic sound that feels fresh and relevant even today. The band features Silvano Zago on guitars, Francesco Dalla Riva on bass and backing vocals, Simone Bistaffa on keyboards and Hammond organ, Walter Mantovanelli on drums, and Andrea Vilardo as the lead vocalist. Guest musicians include Daniela Pase on backing vocals and Fabio Serra, who not only contributed with additional keyboards and backing vocals but also skillfully handled production, recording, and mixing, ensuring top-notch sound quality.
These are seasoned musicians, having played with bands such as Bullfrog, Tolo Marton, All Souls Day, Paul Chain, and Moto Armonico. Their experience is clearly evident across the 11 tracks that make up Wunderkammer.
The album’s title, Wunderkammer (which means "chamber of wonders"), and the artwork by the legendary Rodney Matthews evoke a fascinating and mysterious universe, setting the stage for an album filled with musical marvels. It all begins with “Gorgon,” a high-energy track that showcases the interplay between guitars and keyboards, alongside the powerful, evocative voice of Andrea Vilardo.
Next up is “Some Kind of Poet,” driven by a choppy guitar riff and a chorus enriched with robust backing vocals, demonstrating the band’s skill in crafting engaging harmonies. Fans of Uriah Heep’s “Gypsy” will find some familiar vibes here, but rest assured—this is no mere copy-paste. Just listen, and you’ll understand.
An organ intro with progressive overtones ushers in “Endless Run,” highlighting the band’s versatility.
“Man of Many Tricks” stands out with its fiery combination of guitar, vocals, and Moog, underpinned by a dynamic and powerful rhythm section—this is hard rock at its finest, folks.
“How Tomorrow Feels” follows, opening with guitar riffs and a prominent rhythm section, only to shift unexpectedly into a serene, romantic ballad. The icing on the cake is Silvano Zago’s melodic and stunning guitar solo.
At the heart of the album lies “Golem!”, a dynamic composition blending hard rock, epic, and progressive elements, enriched with symphonic flourishes and an evocative finale.
“Just a Feeling” begins with a seemingly tranquil intro but soon reveals its true nature—a solid, robust track reminiscent of Uriah Heep’s Bernie Shaw era. The initial calm gives way to powerful energy that embodies the essence of classic hard rock.
“It Happened in the Woods” is perhaps the most progressive track on the album, introduced by a spoken passage from a Coleridge poem, performed by Alessandra Adami. The song captivates with its masterful use of the Hammond organ.
The album’s first single, “Born Liars,” is an energetic and catchy track, perfectly suited for radio play and easy to remember.
“Green Eye” is a cover of a demo originally recorded by Uriah Heep during the Demons and Wizards sessions in 1972. Completed and reimagined by Blind Golem, the track has been brought into the present, reflecting the band’s distinctive style.
This incredible hard rock journey concludes with “Coda... Entering the Wunderkammer,” an instrumental piece that closes the album with energy, passion, and technique, leaving listeners thoroughly satisfied.
In summary, Wunderkammer is an album that, while drawing inspiration from vintage sounds, manages to remain remarkably fresh and engaging. Thanks to the Blind Golem’s compositional skill and masterful performance, every track stands out for its energy and originality. The production, entrusted to Fabio Serra at Opal Arts Studios, enhances the album’s sonic depth, cementing the band’s reputation as one of the most promising acts in contemporary hard rock.
If you love classic hard rock and the legendary bands that shaped the genre, you simply can’t ignore Blind Golem.
Happy listening.
(Luca Redapolis Paoli)