Sacromud |
Di Alfredo Buonumori
Sacromud – Gubbio To Memphis - Live At Opera House: The Overground Suite (2024)
E’ passato poco più di un anno da quando presentammo con l’amico Luca Paoli il disco d’esordio dei Sacromud, anche se nel 2021 c’era stato il prologo con “Resized”,a nome della Pugno Blues Band contenente soprattutto cover.
E lo facemmo appunto a metà marzo del 2023, all’interno della trasmissione radiofonica “Prog on the lake” sulla webradio Progsky (https://www.progsky.com/), alla vigilia del tour europeo che il gruppo stava intraprendendo, e ricordo come sempre l’amico Luca avesse caldeggiato l’ascolto del lavoro, che trovai davvero gradevole.
Adesso la band umbra ha pubblicato in formato digitale e presto anche in doppio cd, il nuovo album, Gubbio to Memphis, Live At Opera House (The Overground Suite).
Piccolo antefatto: poco più di un anno fa, il 9 luglio 2023, all’interno del Rovigo Delta Blues, i Sacromud vinsero la finale dell’International Blues Challenge Italiano, pertanto hanno potuto volare in quel di Memphis all’International Blues Challenge.
Da quel sogno trasformato in viaggio, dalla nativa Gubbio al Teatro Luca Ronconi per registrare l’album circa sette mesi fa, è stato un attimo.
Ma le sorprese non finiscono qui; sta infatti per essere pubblicato un docufilm (presto disponibile in rete) ed un ulteriore album registrato lo scordo 20 gennaio scorso al mitico studio della Sun Records a Memphis.
Ma veniamo finalmente al disco, composto da 15 brani; per lo più originali ma con qualche succulenta chicca tra le cover.
Dopo l’introduttiva Intro: Beslan lullaby (eseguita unicamente dal Maestro Maurizio Pugno), si parte con Carousel, inserita nell’album d’esordio, con un tiro piuttosto aggressivo con la chitarra che inizia a sfrigolare; molto bravo anche il cantante Raffo Barbi.
Ecco quindi The Mule ed Ordinary Day, sempre dall’esordio; un bel giro di basso introduce la prima con un tappeto d’organo Hammond; con la seconda si approda in Giamaica, ed il reggae è servito.
Molto bella The Hider & Seeker, il cui riff ti si appiccica subito in testa (altro ottimo solo di Pugno), e si va avanti con la prima cover: si tratta della ballad Help Me Through The Day, a firma dello scomparso e grandissmo musicista statunitense Leon Russell; chapeau tanto al brano che all’esecuzione: brividi.
Con Symmetry ancora repertorio originale, nel miglior mood possibile del soul / blues (con tanto di breve citazione di Ufo Robot); la successiva traccia, a firma di Ronnie Earl e Steve Gomez, è Peace of mind, che la band aveva inserito nell’album Resized, è tra le più estese del lotto; ed è di nuovo un piacere ascoltare il grande tocco di Pugno alla chitarra.
Dirty Dancing, così come Sticky Station, posta qualche brano più avanti, scaturiscono dalla collaborazione tra Pugno e la cantante americana Dejuana R. Logwood, che ha preso parte ad alcune edizioni di Umbria Jazz; atmosfere simili nelle due composizioni; nella prima un bel solo alle tastiere; nell’altra (una ballad che ogni tanto si muove su territori più movimentati), è ancora la chitarra a comandare il gioco.
E’ poi la volta di Holy Day, bella traccia scritta dal cantante Raffaele Barbi, e della lunga Pray For Me, di Alberto Marsico e Mark Dufresne; e non è per ripetersi ma la chitarra di Pugno mette a segno un altro knock down.
Tre ancora sono le tracce che mancano a chiudere quest’ottimo lavoro; le prime due sono tratte dal disco del 2022 (Exodus ed Apple Slice, quest’ultima utilizzata anche per presentare i musicisti); entrambe dimostrano la validità della proposta della band, che si muove agilmente nel territorio rock blues.
Ed infine un’altra cover, di uno dei maestri del genere come il grande Robert Cray; Time Makes Two conclude come forse meglio non si poteva un album che si lascia ascoltare che è un piacere; la ballad è impreziosita per l’ennesima volta dalla chitarra di Maurizio Pugno, che s’inerpica su note che toccano il cuore; davvero un grande disco
Intanto la band è in giro a presentare il disco ed il docufilm; domani sera a Sigillo, in provincia di Perugia proiezione di Gubbio to Memphis; poi due concerti: il 14 a Melfi in provincia di Potenza, il 16 a Gubbio, ancora in Umbria, ed un paio di date in settembre, ma il calendario è in aggiornamento.
La band: Maurizio Pugno, chitarra; Raffaele (Raffo) Barbi, voce; Franz Piombino, basso; Alex Fiorucci, tastiere; Riccardo Fiorucci, batteria
La tracklist: Intro: Beslan lullaby; Carousel; The mule; Ordinary day; The hider & the seeker; Help me through the day; Symmetry; Peace of mind; Dirty dancing; Holy day; Pray for me; Sticky station; Exodus; Apple slice; Time makes two
Qui i tre video clip ufficiali del Live:
Quì l'album su Spotify