Giacinto Piracci |
Giacinto Piracci Septet – Seven Tales Of Guilt (Dodicilune, 2024)
Non sono un esperto di jazz, ma nel mio piccolo apprezzo molto i lavori che presentano contaminazioni, permettendo al genere di esplorare nuovi territori e conferendogli freschezza e accessibilità anche per chi segue altri generi musicali.
Ben venga allora il nuovo lavoro "Seven Tales Of Guilt" del chitarrista e compositore Giacinto Piracci e del suo settetto, uscito per l'etichetta Dodicilune, sempre pronta a pubblicare ottima musica.
Giacinto Piracci, nato a Napoli l'8 giugno 1974, ha iniziato a studiare la chitarra a 15 anni. Si è diplomato in Chitarra Classica al Conservatorio di Napoli nel 2000 e in Musica Jazz nel 2005 con il massimo dei voti e lode. Ha partecipato a vari seminari di jazz, studiando con grandi musicisti come Enrico Rava e Jim Hall, e ha vinto una borsa di studio per rappresentare l'Italia al meeting della I.A.S.J. a Cracovia nel 2005.
Piracci ha collaborato con numerosi musicisti di rilievo e ha
partecipato a molti festival jazz importanti tra cui Umbria Jazz ed il Festival
dei Due Mondi di Spoleto. Ha pubblicato due dischi a suo nome e ha contribuito
a vari altri come sideman. Attualmente insegna Chitarra Jazz al Conservatorio Martucci di Salerno, dopo aver insegano quattro anni al Puccini di Bari e prima ancora a Benevento e a Potenza.
La band che accompagna Piracci e la sua chitarra in questa nuova avventura vede musicisti di gran qualità come Umberto Muselli (sax tenore), Giulio Martino (sax soprano e tenore), Francesco Desiato (flauto e sax baritono), Ergio Valente (piano), Umberto Lepore (contrabbasso) e Leonardo De Lorenzo (batteria).
Giacinto Piracci Septet |
Il disco presenta sei composizioni originali di Piracci: “And Darkly Bright, Are Bright In Dark Directed”, “Minor Figure”, “Haiku In Eight Bars”, “Finzioni”, “Ospedale Delle Bambole” e “Bartleby”, oltre al brano “Heaven” tratto dal “Second Sacred Concert” di Duke Ellington.
L’apertura è affidata a “And Darkly Bright, Are Bright in Dark Directed”, un breve brano ispirato a un sonetto di Shakespeare. Segue “Mirror Figure”, introdotta dal contrabbasso e dalla batteria, subito raggiunti dall'ispirata chitarra del leader e dagli altri strumenti. Notevoli gli intrecci solistici tra la chitarra di Piracci e i fiati, senza dimenticare il grande lavoro del piano di Valente e l'ottima e precisa sezione ritmica.
"Haiku In Eight Bars" è una composizione ispirata alla tecnica delle poesie giapponesi, capaci di descrivere interi cicli naturali in pochi versi. Il brano inizia con il sax tenore di Giulio Martino come protagonista e si distingue per l'alternanza di interventi collettivi che si evolvono in una serie di assoli individuali. Posso affermare che l’intensità di questo brano conduce in un viaggio sonoro molto affascinante.
“Finzioni”, ispirata dai racconti fantastici di Borges, è una composizione complessa che mostra le doti compositive del nostro autore, ma anche la grande qualità esecutiva di tutti i musicisti coinvolti nel progetto. La successiva “Ospedale Delle Bambole” è una pregevole ballad che stempera la tensione e mette in evidenza il gran lavoro del pianoforte di Valente e del flauto di Desiato. Un brano che emoziona e che non vorresti finisse mai.
Siamo quasi alla fine di questo notevole album jazz e mancano due brani da presentare. Il primo, “Bartleby”, ispirato al racconto di Melville "Bartleby lo scrivano", presenta una struttura insolita, con uno stile vagamente retrò e pieno di suspense, simile a una storia ricca di misteri. Il brano si apre con un eco tra i due sassofonisti che si rispondono l'un l'altro, mentre il tema si sviluppa con crescente intensità, alternando momenti di coralità e assoli dinamici.
Chiude questo ottimo lavoro “Heaven”, brano di Duke Ellington, tratto dal Second Sacred Concert e che vede tutti impegnati in assolo molto ispirati che ne marchiano con personalità il brano.
“Seven Tales Of Guilt” è un disco di alto livello compositivo ed esecutivo che, cosa fondamentale per tutti gli appassionati di musica di qualità, presenta una elevata qualità di registrazione e permette di assaporare tutti i passaggi e le sfumature in esso contenute.
Track list:
1 – And darkly bright, are bright in dark directed
2 – Minor Figure
3 – Haiku in eight bars
4 – Finzioni
5 – Ospedale delle Bambole
6 – Bartleby
7 – Heaven
All compositions by Giacinto Piracci except 7 by Duke Ellington
Hanno suonato nel disco:
Giacinto Piracci – guitar
Umberto Muselli – tenor sax
Giulio Martino – soprano sax (1, 6), tenor sax (2, 3, 4, 7)
Francesco Desiato – flute (1, 6), alto fl (5), bass fl (2, 3, 7), baritone sax (4)
Ergio Valente – piano
Umberto Lepore – double bass
Leonardo De Lorenzo – drums
English Version
I am not an expert in jazz, but in my own small way, I greatly appreciate works that present fusions, allowing the genre to explore new territories and giving it freshness and accessibility even to those who follow other musical paths.
Thus, the new work "Seven Tales Of Guilt" by guitarist and composer Giacinto Piracci and his septet, released by the label Dodicilune, which is always ready to publish great music, is most welcome.
Giacinto Piracci, born in Naples on June 8, 1974, began studying guitar at the age of 15. He graduated in Classical Guitar from the Naples Conservatory in 2000 and in Jazz Music in 2005 with top marks and honors. He has attended various jazz seminars, studying with great musicians such as Enrico Rava and Jim Hall, and won a scholarship to represent Italy at the I.A.S.J. meeting in Krakow in 2005.
Piracci has collaborated with numerous prominent musicians and participated in many important jazz festivals, including Umbria Jazz and the Festival dei Due Mondi in Spoleto. He has released two albums under his name and contributed to various others as a sideman. Currently, he teaches Jazz Guitar at the “Nicola Sala” Conservatory in Benevento, after having taught at the “Gesualdo da Venosa” Conservatory in Potenza.
The band accompanying Piracci and his guitar in this new adventure features high-quality musicians such as Umberto Muselli (tenor sax), Giulio Martino (soprano and tenor sax), Francesco Desiato (flute and baritone sax), Ergio Valente (piano), Umberto Lepore (double bass), and Leonardo De Lorenzo (drums). The album presents six original compositions by Piracci: “And Darkly Bright, Are Bright In Dark Directed,” “Mirror Figure,” “Haiku In Eight Bars,” “Finzioni,” “Ospedale Delle Bambole,” and “Bartleby,” along with the track “Heaven” from Duke Ellington’s “Second Sacred Concert.”
The opening track, “And Darkly Bright, Are Bright in Dark Directed,” is a short piece inspired by a Shakespearean sonnet. It is followed by “Mirror Figure,” introduced by the double bass and drums, soon joined by the leader's inspired guitar and other instruments. The intertwining solos between Piracci's guitar and the winds are remarkable, not forgetting the great work of Valente's piano and the excellent and precise rhythm section.
"Haiku In Eight Bars" is a composition inspired by the technique of Japanese poetry, capable of describing entire natural cycles in a few verses. The piece begins with Giulio Martino's tenor sax as the protagonist and is distinguished by the alternation of collective interventions that evolve into a series of individual solos. I can affirm that the intensity of this piece leads to a very fascinating sound journey.
“Finzioni,” inspired by Borges' fantastic tales, is a complex composition that showcases the compositional skills of our author, but also the great performance quality of all the musicians involved in the project. The subsequent “Ospedale Delle Bambole” is a fine ballad that eases the tension and highlights the great work of Valente’s piano and Desiato’s flute. A piece that moves you and you wish would never end.
We are almost at the end of this remarkable jazz album, and two tracks remain to be presented. The first, “Bartleby,” inspired by Melville's tale "Bartleby the Scrivener," presents an unusual structure, with a vaguely retro style full of suspense, akin to a story rich in mysteries. The piece opens with an echo between the two saxophonists responding to each other, while the theme develops with increasing intensity, alternating moments of choral unity and dynamic solos.
This excellent work closes with “Heaven,” a piece by Duke Ellington from the Second Sacred Concert, featuring all the musicians in highly inspired solos that stamp their personalities on the piece.
“Seven Tales Of Guilt” is an album of high compositional and performance quality that, crucially for all lovers of quality music, boasts a high recording quality, allowing all its nuances and transitions to be fully appreciated.