Canned Heat: “Future Blues (Liberty, 1970)
Il gruppo nasce nella seconda metà del 1960 da due cultori del blues Alan Wilson e Bob Hite già con esperienze musicali importanti alle spalle. A loro si unisce Henry Vestine (ex membro delle Mother Of Invention di Frank Zappa), Larry Taylor (esperienze con Jerry Lee Lewis) ed Adolfo De La Parra.
Con questa formazione ottengono tre successi mondiali con On The Road Again del 1968, Going Up The Country del 1969 (diventata famosa la loro versione live a Woostock) e Let’s Work Together del 1970.
Sempre nel ‘70 la musica sta subendo trasformazioni e mutamenti importanti. In Inghilterra si dà vita ad un genere più intellettuale inserendo nello schema rock elementi di musica classica e di jazz. Filone che in seguito verrà denominato Progressive Rock.
Anche in America, passata la sbornia psichedelica del periodo dei figli dei fiori si cerca di dare una svolta a quanto prodotto fino a quel momento.
Come accaduto in precedenza in Inghilterra i “bianchi” hanno elettrificato con generose dosi di Rock il Blues e anche nel continente dove questa musica nacque, succede una cosa analoga. Si pesca dalla tradizione folk e blues del Paese e si rende tutto più attuale con chitarre elettriche distorte e ritmiche più incisive. Da qui il titolo dell’album “Future Blues”.
La storia di “Future Blues” è particolare perché nasconde una situazione difficile per il gruppo. Nel 1969 prima del concerto di Woodstock Henry Vestine abbandona la band. Non sono molto chiare le cause che hanno portato a questa decisione.
Le voci che circolano ci raccontano di un litigio tra lui e Wilson a causa di un assolo durante un concerto che non è piaciuto allo stesso Alan. Ma è anche risaputo l’amore di Vestine per le moto e nello specifico per le Harley-Davinson ( arriva a possederne almeno 15) e la vita on the road dei bikers lo attira molto. Si unirà agli Hell’Angels per tutto il periodo che è fuori dalla band. A sostituirlo, proprio per il concerto di Woostock viene chiamato il chitarrista Harvey Mandel che con la band nel 1970 incide proprio “Future Blues.
Dal seguente “Vintage”, sempre del 1970 Henry Vestine rientra in formazione e vi resterà fino a 1973 incidendo con loro “One More River To Cross” ultimo album prima dello momentaneo scioglimento La formazione riprenderà l’attività sia concertistica che in sala di registrazione solo nel 1978 con la pubblicazione di “Human Condition” ancora con Mandel alla chitarra.
Bisogna aspettare fino al 1997 per ritrovare Henry Vestine con la band e precisamente nell’album “Canned Heat Blues Band”, ma questo capitolo dura poco perchè durante il Tour Europeo e precisamente a Parigi muore per problemi cardiaci.
La formazione comprende Bob Hite alla voce, Alan Wilson alla chitarra slide ed all’ armonica’ Harvey Mandel alla chitarra solista, Larry Taylor al basso elettrico ed Adolfo De La Parra alla batteria. L’ultimo con la formazione sopra elencata perché subito dopo l’uscita del disco, Alan Wilson muore suicida.
Una prova contraddittoria perché di Musica del Futuro nei nove brani che lo compongono ce n’è poca ma si può ascoltare un piacevole mix di Blues contaminato da elementi Country, Soul (presente anche Dr.John che suona il Pianoforte e arrangia la sezione fiati) e dal loro famoso Boogie Rock. Il futuro sicuramente è rivolto alla società Americana che un anno prima è sbarcata sulla Luna (come viene raffigurato sulla copertina del loro album).
Il Viaggio inizia col blues di Sugar Bee (Eddie Shuler) introdotto dall’armonica con un intreccio tra le chitarre elettriche niente male. Shake It And Break It (Charlie Patton) si muove in territori quasi Country con una melodia gradevole.
Si prosegue col blues rock That’s All Right (Mama) (Arthur “Big Boy” Crudup) sempre con un gran lavoro delle chitarre elettriche ed acustiche. Con My Time Ain’t Long (Alan Wilson) si passa ad un blues più tradizionale ma con un finale dove la chitarra elettrica di Harvey Mandel fa scintille.
Si cambia decisamente rotta con Skat (Alan Wilson) un Blues con forti dosi di R&B e che vede la partecipazione al pianoforte di Dr John ed una sezione fiati. Let’s Work Together (Wilbert Harrison) ci riporta su atmosfere Rock’n’Blues con le chitarre elettriche sempre in primo piano.
Il secondo lato del disco si apre col blues di London Blues sempre col Dottore al pianoforte. Inizio acustico ma poi entra tutta la band ed il suono si elettrifica. Da notare l’ottima prestazione vocale di Bob Hite su tutto il disco.
La lunga So Sad (The World’s In A tangle) è il must del disco dove viene fuori alla grande la chitarra elettrica di Harvey Mandel con una jam finale da brividi.
L’album si chiude con la title track Future Blues . Un Rock’n’Roll
che non aggiunge e non toglie nulla ad un lavoro più che dignitoso e che ci dà
la possibilità di ascoltare per l’ultima volta la band con la formazione
originale.
Per tutti coloro che amano il blues ma non solo.
Track List:
A1. Sugar Bee (2:39)
A2. Shake It And Break It (2:34)
A3. That's All Right, Mama (4:18)
A4. My Time Ain't Long (3:48)
A5. Skat (2:42)
A6. Let's Work Together (2:49)
B1. London Blues (5:32)
B2. So Sad (The World's In A Tangle) (7:57)
B3. Future Blues (3:02)