Di Alfredo Buonumori - Vivo Umbria
All’interno dell’articolo ogni volta ci sarà il link per la playlist Youtube creata con l’album all’interno del canale dell’associazione culturale Trasimeno Prog (iscrivetevi se potete, grazie), corredato da una descrizione per il lavoro in oggetto e dalla tracklist del disco.
“Seven”, pubblicato il 27 ottobre del 1973, è il settimo lavoro degli inglesi Soft Machine.
“La macchina morbida” si era messa in moto circa cinque anni prima con al suo interno personaggi come Rober Wyatt, Kevin Ayers e Mike Ratledge.
Dopo sei album tra essi soltanto il tastierista è ancora presente, supportato da Roy Babbington e John Marshall, mentre il comando sembra saldamente nelle mani del polistrumentista Karl Jenkins.
Dopo la sperimentazione degli album precedenti il gruppo vira verso un suono quasi monolitico con atmosfere che destabilizzano spesso l’ascoltatore alla ricerca di una via differente con risultati non troppo convincenti, facendo quasi fatica a distinguere un brano dall’altro.
E la caratteristica fondamentale del lavoro risede proprio nella reiterazione dell’atmosfera che costituisce la ritmica dove Ratledge e Jenskins costruiscono le loro melodie.
Ad ogni buon conto nella prima facciata ottimo avvio con "Nettle bed" e la ballad "Carol Ann"; proseguendo buone sono anche "Day's eye" e "Tarabos" mentre la seconda facciata presenta le interessanti "Penny Hitch", dove Jenkins è all’oboe ed il bel tema "Block" con Babbington al basso in evidenza.
Un disco transitorio nella vasta discografia del gruppo.
La tracklist dell’album: Lato A: Nettle bed; Carol Ann; Day's eye; Bone fire; Tarabos; D.I.S. / Lato B: Snodland; Penny hitch; Block; Down the road; The German lesson; The French lesson
La formazione che suona nell’album comprendeva: Mike Ratledge: piano elettrico, organo e sintetizzatore; Karl Jenkins, oboe, sax baritono e soprano, registratore e piano elettrico; Roy Babbington: basso acustico ed elettrico; John Marshall: batteria e percussioni.
Ascolta Soft Machine – Seven