Paolo Dinuzzi – Invisible (GleAM Records, 2023)
Il jazz in Italia è vivo e vegeto e, a dimostrarlo, ci sono delle etichette specializzate come la GleAM Records che con coraggio e caparbietà continuano a pubblicare album di elevato valore artistico saziando la fame dei tanti appassionati di musica di qualità che fortunatamente formano si una nicchia di mercato ma ben radicata nel nostro Paese.
Così mi fa molto piacere presentarvi il nuovo album (il secondo da leader) del bassista e compositore Paolo Dinuzzi dal titolo “Invisible”.
Dalla sua biografia pubblicata sul suo sito leggo che è professionalmente attivo dagli anni 90 sulla scena jazzistica europea, suonando in Germania, Olanda, Inghilterra, Francia, Spagna, Romania e in tutta Italia, collaborando con artisti del calibro di: Gianni Lenoci, Marcello Magliocchi, Gianluigi Trovesi, Pino Minafra, Bob Moover, Antonio Dilorenzo, Vincenzo Deluci, Bruno Tommaso, Vittorino Curci, Paolo Fresu, Ettore Fioravanti, Augusto mancinelli, Adam Pieronczyk, Cornelius Falk, Thomas Ufschmidt, Nguyen Lee, Hakim Ludin.
Ha
studiato con Maurizio Quintavalle, Enzo Pietropaoli, Massimo Moriconi, Bruno
Tommaso, David Clark, Michael Schurmann, John Goldsby, Uli Beckerhoff.
Ha all’attivo diverse produzioni discografiche, premi, sessioni di registrazione, interviste. Laureato alla prestigiosa accademia Folkwang di Essen in Germania, vanta una ventennale attività didattica. Attualmente dirige il laboratorio di musica presso il centro di aggregazione giovanile del Comune di Barletta (CAGI).
Ma
veniamo al disco in questione … “Invisible” si compone di sette tracce
strumentali che sono state composte ed arrangiate da Paolo Dinuzzi che si avvale
anche di ottimi musicisti come Sabino Fino al sax tenore, Giancarlo Pirro alla chitarra
elettrica e Riccardo Gambatesa alla batteria.
Tutti strumentisti con esperienza che contribuiscono egregiamente all’economia del sound del disco.
“Invisible” è un progetto che unisce gli umori del mediterraneo a un jazz moderno che si muove anche nei territori della fusion.
La sezione ritmica è precisa ma anche molto fantasiosa nel dettare il groove dei brani come nella title track “Invisible”che apre le danze dando il “la” alla chitarra ed al sax ed ai loro assoli.
“Skin” viaggia su territori fusion, quella di qualità con le parti dei vari strumentisti assolutamente non facili ma suonate con grande fluidità il che rende molto piacevole l’ascolto anche a chi non è abituato a frequentare certi territori musicali.
Un altro brano dove Basso e batteria fanno davvero i numeri è la seguente “Quattro”, la preferita di chi sta scrivendo …Qui la chitarra elettrica fa veramente scintille così come il solo di sax e batteria … Grande brano!
Chiudo segnalandovi anche “I’m Back”, altro brano
che si muove su più territori ed umori con un grande solo di basso e di batteria.
Lo stesso Dinuzzi spiega nel comunicato stampa:
“Ho scritto questo brano nel momento in cui sono tornato in Italia, nella mia città, Barletta. Già dalle prime note del tema si può notare una baldanza e un ottimismo ingiustificati, tipici di chi torna al sud con mille idee da realizzare, per poi scontrarsi con una realtà fatta di clientelismo e piccoli feudi saldamente attaccati ai propri interessi, che impediscono un rinnovamento e uno sviluppo del bene comune. Infatti sul finire del tema, e ancora di più alla fine del brano, durante il solo di batteria, si fa strada un loop, che è quasi un mantra, una voce fuori campo, che come il saggio grillo parlante di Pinocchio ti riporta alla realtà ( il loop recita pressapoco così: chi te l’ha fatto fare, chi te l’ha fatto fare...)”.
In conclusione mi sento di consigliare l’ascolto di questo lavoro sicuro che gli appassionati di contemporary jazz ma anche chi ama la contaminazione di stili ed umori sarà pienamente appagato e soddisfatto.
Track List:
1. Invisibile 03.54
2. Talking with Nina 05.48
3. Skin 04.07
4. Quattro 04.53
5. South 05.35
6. I’m Back 05.33
7. Emergency 06.26
Sabino Fino – sassofono tenore
Giancarlo Pirro – chitarra elettrica
Paolo Dinuzzi – basso elettrico
Riccardo Gambatesa - batteria
Registrato, missato e masterizzato presso Mast Studio, Bari (Italy)
Fonico: Massimo Stano
Grafiche: Studio Clessidra
Prodotto da GleAM Records