Di Alfredo Buonumori - Vivo Umbria
All’interno dell’articolo ogni volta ci sarà il link per la playlist Youtube creata con l’album all’interno del canale dell’associazione culturale Trasimeno Prog (iscrivetevi se potete, grazie), corredato da una descrizione per il lavoro in oggetto e dalla tracklist del disco.
“Arbeit macht frei”, pubblicato il 15 giugno del 1973 è l’album d’esordio del gruppo degli Area.
Il disco è uno tra i più innovativi della scena musicale di quel periodo storico, caratterizzato da forti connotazioni politiche.
Già il titolo, che riportava la scritta posta all’ingresso di alcuni campi di concentramento tedeschi, destò scalpore; ancor di più per l’epoca se si pensa al fatto che una pistola di cartone era inserita all’interno della confezione.
Venendo al contenuto strettamente musicale non vi è dubbio che la formazione ha portato una ventata di novità mescolando il rock con il jazz – quello più ostico definito free, vicino a gruppi stranieri come Nucleus o Soft Machine – con l’avanguardia creando uno stile unico.
Il tutto impreziosito dalla perizia dei musicisti, da Patrizio Fariselli a Patrick Djivas, da Paolo Tofani a Giulio Capiozzo ed Eddie Busnello, fino alla straordinaria voce del compianto Demetrio Stratos.
La band è stata avvicinata al progressive anche se si può affermare che la loro proposta va anche oltre, come accennato poc’anzi.
L’album parte con la voce in arabo che introduce "Luglio, agosto, settembre (nero)", il vero e proprio brano-manifesto del gruppo; assieme alla successiva, la titletrack “Arbeit macht frei” – per la maggior parte strumentale – rappresentano un vero e proprio uno-due (in termine pugilistico) davvero potente.
La vocalità di Demetrio Stratos e le sonorità con cambi di tempo e variazioni prossime all’improvvisazione sono un gioiello che impreziosisce la musica italiana.
"Consapevolezza" ha un sapore più vicino al prog nella prima parte; poi la voce di Stratos irrompe mentre è il sax a farla da padrone in una chiave nuovamente jazz-rock.
Il secondo lato si apre con "Le labbra del tempo", dove la voce del cantante di origine greca è ben supportata dai suoi compagni di viaggio che s’alternano in riusciti asssoli; un altro grande brano.
"240 chilometri da Smirne" è l’unico strumentale dell’album dove in circa cinque minuti - in chiave free-jazz – il gruppo dimostra le proprie qualità.
E’ "L’abbattimento dello Zeppelin" che chiude il disco; il breve testo interpretato magistralmente dal cantante fa da contorno al brano più avanguardistico dell’intero lavoro.
Un album da ascoltare e riascoltare; fondamentale per la crescita della musica nel nostro paese.
La tracklist dell’album: Lato A: Luglio, agosto, settembre (nero); Arbeit macht frei; Consapevolezza / Lato B: Le labbra del tempo; 240 chilometri da Smirne; L’abbattimeno dello Zeppelin
La formazione che suona nell’album comprendeva: Demetrio Stratos, voce e tastiere; Giulio Capiozzo, batteria e percussioni; Patrick Djivas, basso e contrabbasso; Patrizio Fariselli, tastiere; Paolo Tofani, chitarra elettrica, tastiere e flauto; Victor Edouard Busnello, sassofono e clarinetto bass.
Ascolta Area Arbeit macht frei