Foto di Francesco Renne |
Sono passati tredici anni dalla loro ultima fatica ed ecco arrivare “L’alba Della Civiltà”(Lizard Records), superbo album che conferma le qualità compositive e strumentali di Lorenzo Giovagnoli (stupenda voce e tastiere) e band.
Il menù delle otto tracce presenti nel disco è tra
i più vari. Si passa dal hard prog alle incursioni nel jazz fino ad incontrare
momenti di oasi progressive come la stupenda ballata “Di buio e luce parte
seconda”... secondo chi scrive eletta già come ballad dell’anno.
Ecco che la melodia è sempre presente ma i tempi dispari e i cambi di umore non mancano come è giusto che sia in un album di rock progressivo.
A suonare con Lorenzo Giovagnoli troviamo i suoi compagni di viaggio di sempre come Giulio Vampa splendido chitarrista sia quando accarezza gli accordi che quando si lancia in assoli lirici, Valerio De Angelis bassista versatile e ottimo in tutti gli umori del disco, Marco Fabbri (Giorgio Fico Piazza band e molto altro) batterista di grande qualità e, a chiudere il cerchio, il magnifico flauto di Gianluca Milanese (già con gli Area Palea).
Si parte con i delicati arpeggi della chitarra acustica ed incursioni di flauto sorretti dalle tastiere dello strumentale “La Stanza Vuota”.
Il rock progressivo, quello di stampo seventies, lo troviamo in “Invocazione”, quasi otto minuti di pura magia prog con la voce di Lorenzo a ricordare a tratti quella immensa di Demetrio Stratos, un susseguirsi di emozioni dove gli umori cambiano continuamente fino a sfiorare il jazz. Grande lavoro di tastiere, flauto e chitarra con la sezione ritmica versatile come poche altre.
“Di buio e luce parte seconda”, l’ho già scritto e lo ripeto..un brano che mi terrà compagnia per molto tempo.
Con La title track si torna ad atmosfere hard prog dove l’organo è sovrano come lo fu quello di John Lord. Ascoltare per credere.
Lo strumentale “L’organista Del Bosco” ha un incedere folk prog dato dal flauto, dalla ritmica e dal hammod ma anche qui aspettatevi sorprese!
E siamo arrivati all’ormai consueta cover...la mettono sempre nei loro dischi...qui troviamo una vera chicca ovvero “L’anno, il posto, l’ora 1972” dei Pooh ma non è la versione su Parsifal bensì la versione che i Pooh suonarono dal vivo prima di registrarla su disco.
Si arriva alla penultima traccia del disco “Rasoi” dove il pianoforte all’inizio detta il ritmo e ricama la melodia per poi lasciare spazio all’organo e alla sezione ritmica per una esplosione prog di gran livello.
“Nell’etere” chiude, con la sua atmosfera delicata un meraviglioso album composto da tante grandi soluzioni timbriche dove la melodia regna sempre sovrana.
Ottima la voce di Lorenzo che si conferma al top così come le chitarre di Giulio Vampa.
Non mi resta che consigliarvi vivamente l’ascolto e l’acquisto di questo disco perché se amate il prog e la musica di qualità non rimarrete sicuramente delusi.
Track List:
La stanza vuota
Invocazione
Di buio e luce parte seconda
L’alba della civiltà
L’organista del bosco
L’Anno, il posto, l’ora 1972
Rasoi
Nell’etere
Band:
Lorenzo Giovagnoli: Voce solista e tastiere
Giulio Vampa: Chitarre e voce
Valerio De Angelis: Basso e voce
Marco Fabbri: Batteria e voce
Gianluca Milanese: Flauto
Ascolta .. Di Buio e Luce - parte seconda