Francesco Diodati, Leïla Martial e Stefano Tamborrino Oliphantre
Esce Venerdì 18 Novembre "Oliphantre", il nuovo disco del chitarrista Francesco Diodati con Leïla Martial e Stefano Tamborrino.
"L’ultima uscita discografica del chitarrista romano Francesco Diodati è
senza dubbio un lavoro complesso, dalla tessitura raffinata e
stratificata e, al contempo, di totale libertà e spregiudicatezza
nell’approccio compositivo e interpretativo.
Al suo fianco sono Leïla Martial (voce) e Stefano Tamborrino (batteria), improvvisatori intelligenti, raffinati, di grande energia e padronanza dei propri mezzi musicali ed espressivi".
«Ho conosciuto Leïla Martial –
racconta Diodati – nel 2016 al Südtirol Jazz Festival, dove entrambi
suonavamo, e sono rimasto colpito dal mondo caleidoscopico che riusciva a
esprimere: lirismo, interventi hip hop con l’uso di lingue inventate,
echi di Africa, il tutto racchiuso nella sua voce intensa, profondamente
umana. La prima volta che ho suonato con Stefano Tamborrino è stato
invece nel 2009. Da allora, un giovane che come me cercava un proprio
spazio identitario nel vasto mondo del jazz è diventato un compositore e
musicista dal suono immediatamente riconoscibile e al di là di schemi
predefiniti, oltre a scoprirsi cantante dalla voce potente e raffinata.
Il contributo di Leïla e Stefano è a 360 gradi, lascio loro molto spazio
e mi fido del loro gusto: insieme abbiamo trovato gli arrangiamenti più
funzionali ai brani, i suoni che meglio esprimessero quello che ho
scritto e spesso abbiamo rimaneggiato elementi musicali e testuali per
arrivare al cuore pulsante del brano».
Con “Oliphantre” siamo di
fronte a un lavoro caratterizzato da un approccio spontaneo ma capace di
intessere magistralmente gli elementi originari in un vocabolario
musicale di grande raffinatezza.
È
un album la cui complessità si rivela anche nella sua costruzione in
studio, grazie a un interplay sapiente, a un’elaborazione a più livelli e
un approccio eterogeneo.
«In studio abbiamo lavorato in due diversi modi – spiega Diodati –. In
alcuni casi in verticale, registrando la parte in trio dei brani e
aggiungendo poi gli altri strati – anche molti strati! - altre volte
lavorando al brano stesso sezione dopo sezione. Abbiamo optato per
un’impostazione che permettesse di intervenire facilmente nel lavoro di
stratificazione cercando al tempo stesso una flessibilità che
restituisse la spontaneità del nostro approccio alla musica, sia
individualmente che collettivamente. Last but not least voglio segnalare
Francesco Ponticelli il cui lavoro, oltre ad aver curato le riprese e
il mix, è stato in un paio di casi anche quello di fare una sorta di
collage artistico, utilizzando in modo molto personale il materiale che
avevamo registrato e inserendo anche alcune linee di synth».