Di Alfredo Buonumori - Vivo Umbria
#50prog72_04 – Dik Dik / Suite per una donna assolutamente relativa
Benchè può apparire strano perché quando si parla dei Dik Dik si pensa ad un altro filone musicale e viene in mente la cover del brano “A whiter shade of pale” dei Procol Harum diventata in italiano “Senza luce” in piena era prog anche loro si sono giocati questa carta.
Il gruppo tuttavia abbandonò subito dopo l’idea; l’album mostra poca innovazione rispetto al repertorio classico con modeste venature accostabili alla proposta del prog.
Abbozzati quadretti di pop rock orchestrale / sinfonico senza troppe pretese.
Richiami a brani di altre formazioni, come gli stessi Procol Harum e la Formula Tre sono evidenti in "Donna paesaggio" , "Il viso" ed "Il cuore".
Un po' meglio le cose vanno con "Le cattedrali dell'amore", "I sogni", "Le gambe" e "Suite relativa"; nel finale "La notte" e "Sintesi" ci riportano ancora sulla falsariga del pop.
In definitiva un disco piacevole dove però l’attenzione maggiore può essere costituita dal fatto che i testi furono opera dello scomparso cantautore Herbert Pagani.
In definitiva per "Suite per una donna relativa" si può con cognizione di causa parlare più di un pop dal sapore melodico piuttosto che di prog vero e proprio.
La formazione che suona nell’album comprendeva: Pietruccio Montalbetti, voce e chitarra; Erminio Salvaderi, voce e chitarra; Mario Totaro, tastiere; Giancarlo Sbriziolo, voce e basso; Sergio Panno, batteria
Buon ascolto
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